Alla vigilia della “Festa del Vì de visciola” lo scorso giovedì, San Paolo di Jesi ha ospitato il convegno dal titolo “Un territorio che attrae e che accoglie: tra enoturismo, tradizioni e Visciola”. Un momento di condivisione che ha riunito istituzioni e protagonisti della realtà vitivinicola, gastronomica e turistica regionale. Il messaggio condiviso: “Più Marche e più rete“, proprio come avviene nei giorni della festa organizzata dal 2010 dai ragazzi della Pro Loco, esempio di come la cooperazione ed un prodotto da valorizzare siano le fondamenta per momenti che fanno vivere piccoli borghi come San Paolo ogni ottobre.
Singole peculiarità da valorizzare
Ad accogliere i relatori protagonisti della tavola rotonda, il primo cittadino di San Paolo Pompilio Ceci, che ha aperto il suo intervento ringraziando gli organizzatori della festa alle porte. “I nostri borghi non hanno nulla da invidiare a piccole realtà in altre regioni che però hanno per maggiore portata turistica. Dobbiamo impegnarci a portare qui sempre più persone, in primis con il Verdicchio, che sta già ottenendo riconoscimenti, poi con tutti gli altri prodotti enogastronomici che abbiamo“.
Accanto al primo cittadino, si sono seduti l’assessore regionale alla cultura Chiara Biondi, Emiliano Pigliapoco, ex Presidente Federalberghi Marche, Alberto Mazzoni Direttore IMT – Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Giorgio Pasanisi Direttore Commerciale Cantina Umani Ronchi, Erick Wempe Presidente Associazione “Cupramontana Accoglie”, la food editor Ilaria Cappellacci ed il delegato Onas Marche Flavio Vai. Tra i presenti al convegno anche i sindaci dei comuni vicini come Cupramontana, Monte Roberto e Maiolati Spontini.
“Siamo abituati a pensare alla cultura chiusa nei musei o legata ai libri ma la cultura è molto di più – ha iniziato l’assessore Biondi. Qui è rappresentata dalla riscoperta di un vino che è parte della cultura di questo luogo. Nella regione ogni piccolo comune ha qualcosa che lo identifica ed il nostro ruolo è valorizzare tutte queste peculiarità“.
Più stranieri e meno italiani: cresce la richiesta di esperienza
Condivisa, dall’ex presidente di Federalberghi Emiliano Pigliapoco, un’analisi sul turismo regionale con alcuni, ultimi dati: “la nostra regione in passato, ha sempre attratto turisti italiani, nel 2019 eravamo la regione con meno presenze straniere. Quest’anno abbiamo registrato un surplus dell’ 8% di stranieri da giugno ad agosto, mentre il calo generale avuto nella stagione estiva è stato causato dalla diminuzione dei turisti italiani. E allora dobbiamo lavorare su questo. Agli stranieri piacciono i prodotti enogastronomici, vogliono imparare a fare prodotti a mano, visitare cantine, trovare tartufi e noi dobbiamo essere pronti a renderlo possibile“.
L’importanza del fare rete: l’esempio Cupramontana accoglie
“Quello che manca alle Marche è un’immagine. Tutti dobbiamo essere orgogliosi della nostra regione, ma deve esserci una promozione collettiva di quello che ci rappresenta” ha continuato Erick Wempe di origini olandesi ma a Cupramontana da oltre vent’anni, oggi presidente dell’Associazione Cupramontana Accoglie.
Quando siamo arrivati qui – ha raccontato – abbiamo preso una vecchia casa, l’abbiamo messa a posto e ci abbiamo fatto una struttura turistica, ma spesso era piena. Così, quando avevamo troppe richieste le inoltravamo ad altre strutture vicine. Nel 2003, è nata Cupramontana Accoglie, dall’unione di 5 piccole strutture. Oggi siamo una ventina e lavoriamo insieme contando circa 180 posti letti. Si è creato un bacino dove gli ospiti possono scegliere tra agriturismo, casa, campeggio dando ai turisti più possibilità di scelta possibili“.