Thursday 21 November, 2024
HomeStoria e tradizioneL’altare dei 1000 ceri a Frontale di Apiro

Febbraio mese di Carnevale, di festa, di maschere e di allegria. Per la chiesa cattolica il Carnevale è il periodo precedente la quaresima pasquale, i quaranta giorni prima di Pasqua.

Pochi sanno che nel piccolo borgo di Frontale di Apiro si rivive una bella ed interessante tradizione legata all’adorazione eucaristica annuale, popolarmente detta delle sante quaranta ore.

Per l’adorazione eucaristica, nella chiesa parrocchiale di Sant’Anna, si usa collocare l’ostensorio con l’ostia consacrata in un altare appositamente allestito con alcune centinaia di ceri, enfaticamente chiamato “Altare di mille ceri”: un vero spettacolo di arte e di fede.

La storia

L’allestimento dell’altare dei mille ceri ha una storia lontanissima, che risale al 1877. “Era l’anno della dedicazione della vecchia chiesa parrocchiale, di cui ora resta solo il rudere del campanile. Per l’occasione la famiglia Tamagnini, nota bottega di falegnami del luogo, pensò di disegnare una sacra rappresentazione speciale, per solennizzare l’inaugurazione della nuova chiesa.
Si realizzò un disegno con la luce delle fiammelle delle candele. Un modo di disegnare quanto mai originale e forse unico in Italia.

L’idea ebbe un gran successo e negli anni successivi la famiglia Tamagnini portò avanti l’iniziativa, insegnando l’arte ai collaboratori.
Tale raffigurazione si interruppe nella seconda guerra mondiale per mancanza di materia prima: la cera si poteva acquistare a caro prezzo ed al mercato nero.
Riprese nuovo vigore, con il coinvolgimento dell’intera comunità parrocchiale, nelle quarantore del carnevale del 1966” (informazioni tratte dall’articolo di “Appenino Camerte”, scritto da Vincenzo Finocchi, 2 maggio 2008).
Purtroppo un ulteriore stop a questa tradizione è stato imposto dal covid e l’ultimo altare illuminato dai ceri con figure di Santi, è stato quello del carnevale del 2019.

L’altare dei 1000 ceri oggi

Ma quest’anno la tradizione è stata di nuovo rispettata e la domenica precedente il carnevale è stato riacceso l’altare da tanti ceri che hanno raffigurato la scritta IHS. La speranza è che ancora per tanti anni i volontari che lavorano all’addobbo dell’altare portino avanti questa tradizione che ha radici profonde nel territorio e che venga sempre più valorizzata e fatta conoscere.

Autore

Cristiana Simoncini

Laureata in Lettere moderne, specializzata in valorizzazione e comunicazione dei beni culturali, è iscritta all’ordine dei giornalisti dal 2007 ed ha collaborato per svariate testate giornalistiche. Autrice di diversi libri di storia locale, è membro del comitato di redazione della Rivista “Quaderni storici Esini”. Attualmente lavora come operatrice di patronato.