Friday 1 November, 2024
HomeStoria e tradizioneLa Chiesa di Sant’Antonio da Padova a Fontegeloni di Castellaro

Oggi vi facciamo conoscere un gioiellino nascosto nella campagna di Castellaro, la Chiesa di Sant’Antonio da Padova a Fontegeloni di Castellaro, da abbinare alla visita al Castello di Rotorscio.

Se le giornate cominciano a permettere una piccola gita fuori porta, questo luogo è veramente adatto, perché immerso nella tipica campagna marchigiana. In contrada Fontegeloni di Castellaro, percorrendo pochi chilometri di una strada semi – asfaltata, si trova la chiesa intitolata a S. Antonio da Padova.
Questa chiesa settecentesca, incorporata in una villa patrizia di epoca rinascimentale, è ben conservata.

La storia di questa chiesa è legata a quella dell’intera contrada di Fontegeloni.

Oggi la chiesa, la villa e l’agglomerato urbano sono di proprietà della famiglia Zamparini, che li acquistarono agli inizi degli anni Settanta dagli Istituti riuniti di Cupramontana che, a sua volta, li aveva ricevuti come lascito dalla sig.ra Vecchioni Ferri nei primi del ‘900.
La signora Vecchioni di Cupramontana acquistò tali beni nel 1870 dai marchesi Honorati, patrizi jesini, che li tenevano come tenuta di caccia dal 1600.
La tenuta era stata venduta dai conti Stelluti Scala, signori di Rotorscio, che l’acquistarono nel 1365 assieme al castello. Nel 1735, all’interno della tenuta, gli Honorati costruirono la chiesa.

Come dicevamo all’inizio, la contrada di Fontegeloni, fin da epoca antica, ebbe una condizione di privilegio nelle attività religiose. Infatti, oltre la chiesa di Sant’Antonio, vi era un’altra chiesa importantissima, eretta nel 1200 e dedicata alla Madonna, chiamata Santa Maria d’Acqua Fosca.

Questa chiesa venne demolita nel 1834, in sostituzione ora vi è una figuretta, e l’immagine sacra molto venerata della Madonna, dipinta su una tavola di aratro, è conservata nella chiesa di Sant’Antonio.
Infatti fino a qualche decennio fa in questa chiesa non si celebrava la festa di Sant’Antonio, ma quella della Madonna.

La breve la storia raccontata serve a portare alla luce un bene che pochi conoscono.
L’interno non è visitabile, ma già l’esterno mostra tutta la sua bellezza, raffinatezza e importanza che ha avuto nei secoli.

Autore

Cristiana Simoncini

Laureata in Lettere moderne, specializzata in valorizzazione e comunicazione dei beni culturali, è iscritta all’ordine dei giornalisti dal 2007 ed ha collaborato per svariate testate giornalistiche. Autrice di diversi libri di storia locale, è membro del comitato di redazione della Rivista “Quaderni storici Esini”. Attualmente lavora come operatrice di patronato.