Thursday 21 November, 2024
HomeStoria e tradizioneIl più antico affresco di San Floriano nel castello di Poggio Cupro

Il 4 maggio si festeggia a Jesi San Floriano, martire cristiano, compatrono insieme a San Settimio, della città di Jesi.

La tradizione voleva che tutti i paesi del contado assoggettati a Jesi, ogni anno, portassero in processione il 4 maggio il Pallio (uno stendardo), in segno di sottomissione alla città.

Pochi sanno che proprio in uno dei Comuni del contado, a Cupramontana, nel vicino castello di Poggio Cupro, all’interno della chiesa centrale di San Salvatore, ci sia conservato l’affresco più antico dedicato al Santo jesino.

Il castello di Poggio Cupro, l’antico Podium Cupre, si era formato nel Duecento, attorno al preesistente priorato camaldolese di San Salvatore, configurandosi come “castello monastico”, dipendente del vicino monastero di San Giacomo alle mandriole. Dell’antico castello restano tracce nella cinta muraria perimetrale ed in alcuni torrioni.

La chiesa che ospita l’affresco è dedicata a San Salvatore ed è ubicata nel cuore del castello, in una piccola piazzetta. Costruita anch’essa nel Duecento, come il castello, è stata completamente rimaneggiata all’inizio del Cinquecento. Il portale di ingresso ha scolpita la data 1516.

L’affresco di San Floriano è stato dipinto intorno al 1460. Come dicevamo è l’immagine più antica di San Floriano a noi giunta ed è dipinta, contrariamente alla tradizione che lo voleva soldato, in abiti rinascimentali e con in mano il pallio. Il santo appare giovane, elegante e brioso.

In un’iscrizione sullo zoccolo si legge: “quest’opera fu fatta fare da Gioacchino Lazzari, nel 1460”.

Torneremo a parlare del Podium Cupre in un prossimo articolo, dedicato tutto a questo antico castello, che conserva tante piccole chicche.

Autore

Cristiana Simoncini

Laureata in Lettere moderne, specializzata in valorizzazione e comunicazione dei beni culturali, è iscritta all’ordine dei giornalisti dal 2007 ed ha collaborato per svariate testate giornalistiche. Autrice di diversi libri di storia locale, è membro del comitato di redazione della Rivista “Quaderni storici Esini”. Attualmente lavora come operatrice di patronato.