Il Comitato “Abbazia del Beato Angelo” organizza, dopo tre anni di chiusura forzata, la Festa con preghiera ed attività ludiche, in occasione del ricordo del Martirio del Beato Angelo, nel prossimo week end, da venerdì 12 a domenica 14 maggio.
Il programma
Si comincia venerdì alle ore 19 con la celebrazione eucaristica all’interno della chiesa della Badia e si prosegue nella giornata di sabato, dove, alle ore 18 ci si recherà in pellegrinaggio nel luogo del martirio del Santo, dove è stata eretta una edicola votiva, nella cosiddetta macchia del Turco, per una preghiera comune, per poi proseguire alle ore 19 con la Messa presso l’Abbazia.
Alle ore 20 apertura dello stand gastronomico con panini e primi piatti della tradizione ed alle ore 21 gara di briscola.
La giornata conclusiva inizia alle ore 10 con la celebrazione eucaristica e apertura dello stand alle ore 12.
Alle ore 17 festa insieme con giochi vari della tradizione popolare sul prato della Abbazia. Sempre aperta durante i giorni di festa la pesca di beneficienza.
Come sempre una nota storica sull’evento che vi porterà, anche questa volta, a scoprire un tesoro nascosto ed una storia affascinante.
L’Abbazia del Beato Angelo, chiamata dai cuprensi “La Badia”, si trova nella strada che da Cupra porta all’incrocio tra Apiro e Staffolo, vicino a quello che era il colle dove sorgeva il potente castello di Accola, all’incirca ad un paio di chilometri da Cupramontana. L’Abbazia, fino al 1500, era chiamata “Santa Maria in Serra” ed è ricordata per la prima volta nel 1180. Ebbe un notevole sviluppo fino nel XIII secolo, quando sorsero, nelle sue vicinanze, diverse “ville” (agglomerati di case).
La sua importanza continuò anche nei secoli successivi e nel 1400 accade un evento particolare: un monaco che abitava all’interno dell’Abbazia, Angelo da Massaccio, della famiglia Urbani, subì, nel bosco sottostante, un martirio da parte della setta eretica dei “Fraticelli”.
Era l’8 maggio del 1429. L’evento destò enorme impressione e l’abbazia che raccolse e custodì le sue spoglie (ancora qui conservate e visibili sotto l’altare della chiesa), divenne meta di pellegrinaggio. Tanto che nel 1492 la vecchia Abbazia di Santa Maria in Serra, prese a chiamarsi “di S. Angelo”.