Un grave episodio di violenza ha scosso la tranquilla comunità di Ripaberarda, frazione di Castignano, in provincia di Ascoli Piceno. La mattina del 19 dicembre , Massimo Malavolta, 48 anni, ha tolto la vita alla moglie, Emanuela Massicci, 45 anni, all’interno della loro abitazione. Dopo l’omicidio, l’uomo ha tentato il suicidio con alcune ferite ai polsi ed è attualmente ricoverato in ospedale, sorvegliato dalle forze dell’ordine.
La tragedia si è consumata sotto lo stesso tetto dove vivevano anche i due figli della coppia, di 8 e 10 anni. Fortunatamente, i bambini non hanno assistito direttamente all’orrore e sono stati affidati ai nonni materni. È stato lo stesso Malavolta a contattare i familiari dopo l’omicidio, chiedendo aiuto e riferendo che la moglie non respirava. I soccorritori, giunti sul posto, hanno trovato la porta della camera da letto chiusa dall’interno. Una volta entrati, si sono trovati di fronte al corpo senza vita di Emanuela e il marito gravemente ferito.
Le indagini hanno rivelato che Malavolta aveva un passato di violenza. Nel 2015 era infatti stato arrestato per lesioni aggravate e atti persecutori nei confronti di un’altra donna. La condanna iniziale a due anni di reclusione era stata ridotta in appello a sei mesi e venti giorni, con la sospensione della pena.
Il sindaco di Castignano, Fabio Polini, ha espresso il suo dolore per quanto accaduto, sottolineando che nulla faceva presagire un simile epilogo.
L’appello dell’Ordine degli Psicologi delle Marche
A commentare il drammatico femminicidio è intervenuta anche la presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche, Katia Marilungo. “Un padre che, in un momento di apparente normalità, prima di una recita scolastica e a pochi giorni dal Natale, uccide senza pietà la moglie non ha alcuna giustificazione. Il mio pensiero va ai due figli della coppia, segnati per sempre da questo atroce dolore“, ha dichiarato.
La presidente ha voluto lanciare un messaggio chiaro alle donne vittime di violenza: “Non si può minimizzare quanto accaduto come un raptus di rabbia. È un dramma figlio di una violenza sistematica. Invito tutte le donne che subiscono abusi, fisici o psicologici, a chiedere aiuto prima che sia troppo tardi. È fondamentale uscire da queste relazioni disfunzionali e pericolose“.
Come ricordato il femminicidio di Ripaberarda è purtroppo solo l’ultimo di una serie di eventi simili che hanno segnato la regione Marche. Quest’anno, i femminicidi nella regione sono stati sei, un aumento rispetto ai quattro registrati nel 2023. I dati dei Centri antiviolenza sono altrettanto preoccupanti: nel 2023, 748 donne marchigiane si sono rivolte a queste strutture, una media di due al giorno. Di queste, 251 sono giunte al pronto soccorso con una diagnosi di violenza, tra cui 19 minorenni.