Un 8 marzo di sciopero per i lavoratori di Enel che stamattina si sono riuniti, sotto il coordinamento delle sigle sindacali FILCTEM-CGIL, FLAEI-CISL, UILTEC-UIL, nelle principali piazze marchigiane di Ancona, Pesaro, Macerata e Ascoli Piceno.
Lo sciopero è stato indetto dalle organizzazioni sindacali del settore in seguito alla decisione dell’Azienda di esternalizzare la maggior parte delle attività dell’area distribuzione, mantenere un organico che non consentirebbe il rispetto della turnazione della reperibilità con difficoltà a raggiungere gli obiettivi affidati dal PNRR, ridurre gli investimenti sulle energie rinnovabili e sui siti produttivi oggi esistenti per una loro riconversione (“nelle Marche questa politica metterebbe a rischio la funzionalità degli impianti esistenti già a regimi minimi per scarsa manutenzione“). Ma anche: ridurre i costi del personale con conseguente gravi difficoltà nell’organizzazione del lavoro e nell’operatività quotidiana, modificare il regime degli orari e revocare l’accordo collettivo sullo smart working.
Nelle Marche, la vertenza interessa circa 1000 lavoratori, che garantiscono il servizio elettrico ad
imprese e cittadini del nostro territorio – comunicano i sindacati.
“Il ricorso sempre più spinto all’appalto e sub-appalto con gare al massimo ribasso mette a rischio la
formazione e la sicurezza dei lavoratori diretti e delle imprese appaltatrici, ne consegue un
incremento di incidenti sul lavoro e nelle regione negli ultimi 10 anni si è perso il 40% della forza lavoro. Le Marche continuano ad essere prive di un adeguato presidio nell’entroterra, con carenze di
sedi e personale in tutte le zone montane e il personale reperibile, ridotto del 30%, è costretto a percorrere anche centinaia di km per l’individuazione e la risoluzione del guasto con conseguente peggioramento della qualità del servizio e un inevitabile allungamento dei tempi di ripristino“.
Lo sciopero di oggi, in quanto sciopero nazionale, ha avuto luogo nelle principali città italiane di tutte le regioni.