Finalmente sarà obbligatorio indicare il luogo di raccolta per tartufi e funghi. Una notizia che rappresenta una vittoria per la trasparenza e la valorizzazione del Made in Italy, in particolare per una regione come le Marche, terra di eccellenze in questo settore. Ad annunciarlo è Coldiretti Marche, dopo l’entrata in vigore del Regolamento UE 2429/2023, che dal 1° gennaio introduce l’obbligo di etichettatura d’origine per questi prodotti.
“Si tratta di una svolta importante per il mercato – spiegano da Coldiretti Marche – che garantirà ai consumatori la certezza della provenienza e contrasterà la vendita di tartufi importati spacciati per italiani. Allo stesso tempo, questa misura rappresenta un passo avanti per valorizzare le nostre eccellenze locali e tutelare un settore che contribuisce in maniera significativa all’economia delle aree interne”.
Le Marche sono infatti tra le regioni italiane con il maggior numero di raccoglitori certificati, con circa 80.000 tesserini rilasciati tra cercatori di funghi e tartufai. Questa tradizione radicata, unita alla varietà e qualità dei tartufi presenti tutto l’anno – dal Bianco Pregiato al Nero Pregiato, passando per il Nero Estivo, il Bianchetto e il Nero d’Inverno – fa delle Marche una vera terra del tartufo.
Secondo Coldiretti, l’introduzione dell’obbligo di etichettatura arriva in un momento in cui il settore è minacciato da un aumento significativo delle importazioni. Nel 2024, i dati sul commercio estero hanno registrato un incremento dell’86% delle importazioni di tartufi, alimentando il rischio che prodotti stranieri vengano immessi sul mercato italiano senza una chiara indicazione d’origine.
“Oltre a garantire trasparenza, questa misura aiuta a contrastare le frodi e a difendere il lavoro di migliaia di raccoglitori e produttori che operano nelle aree boschive e interne del nostro Paese. L’attenzione per la qualità e l’origine del prodotto – aggiunge Coldiretti – è cruciale per preservare il valore del nostro territorio e offrire ai consumatori la massima garanzia”.
L’associazione ricorda che questa battaglia per la tracciabilità e la tutela delle eccellenze locali è iniziata già nel 2017, con un lungo lavoro di sensibilizzazione verso le istituzioni europee e nazionali. Grazie a questa nuova normativa, sarà possibile distinguere con certezza i prodotti autentici italiani, proteggendo così il patrimonio agroalimentare marchigiano e garantendo un mercato più equo e trasparente.