Un passo avanti concreto per la tutela della trota mediterranea è stato compiuto a Visso, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, lo scorso 15 maggio. Nella sede dell’Ente Parco si è svolta una tavola rotonda intitolata “Attuazione delle linee guida nazionali per la conservazione della trota mediterranea e del suo habitat”, durante la quale sono state presentate ufficialmente le linee guida nazionali redatte da ISPRA nell’ambito del progetto europeo Life STREAMS.
Il progetto, il cui nome completo è “Salmo cettii REcovery Actions in Mediterranean Streams”, mira a tutelare la trota mediterranea nativa (Salmo cettii), una specie in pericolo critico di estinzione, attraverso interventi concreti e coordinati in sei aree pilota della Rete Natura 2000, distribuite lungo la penisola.
Alla tavola rotonda hanno preso parte rappresentanti istituzionali, enti scientifici, associazioni ambientaliste e gestori delle aree protette. A fare gli onori di casa è stato Andrea Spaterna, presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che ha parlato di “un risultato fondamentale” per la conservazione della trota mediterranea, frutto della collaborazione tra ISPRA, Regioni, parchi e mondo della ricerca.
Le minacce alla trota mediterranea
Le linee guida, frutto di anni di ricerche e monitoraggi, affrontano le principali minacce per la sopravvivenza del salmonide mediterraneo: ibridazione con specie alloctone, sfruttamento dei corsi d’acqua, e frammentazione degli habitat fluviali.
Durante la mattinata sono intervenuti tecnici ed esperti dei diversi partner del progetto. Tra questi Susanna D’Antoni di ISPRA, che ha illustrato nel dettaglio i contenuti delle linee guida, pensate per essere adottate su scala nazionale. Il biologo Alessandro Rossetti, in rappresentanza del Parco dei Sibillini, ha ricordato il lungo impegno dell’ente nella tutela degli ambienti fluviali e della trota mediterranea, citando esperienze concrete come l’incubatoio ittico attivato a Ussita.
Collaborazione tra Regioni e pescatori
Il progetto Life STREAMS coinvolge numerosi attori: dal Parco Nazionale della Maiella (capofila) ai Parchi del Pollino, Montemarcello-Magra-Vara, Casentinesi, Foreste Casentinesi, Regione Sardegna (Agenzia Forestas), Legambiente, Università di Perugia, e altri ancora.
Decisivo anche il contributo delle Regioni Marche e Umbria, che collaborano nella selezione di riproduttori geneticamente puri e nella gestione dei centri ittiogenici. Giuseppe Serafini, dirigente della Regione Marche, ha annunciato l’apertura di nuove strutture per la riproduzione della specie a Esanatoglia, Montefortino e Acquasanta Terme, confermando l’impegno a lungo termine.
Particolarmente significativa anche l’esperienza del Parco della Maiella, dove – come ha spiegato Marco Carafa – si è riusciti, grazie alla collaborazione con i pescatori, a riequilibrare la presenza di trote atlantiche a favore della specie nativa.
Il futuro della conservazione
Le linee guida presentate da ISPRA costituiscono ora la base per l’elaborazione di regolamenti e interventi sistematici su scala nazionale. Come ha sottolineato in chiusura Maria Laura Talamè, direttrice del Parco dei Monti Sibillini, il documento rappresenta “un tassello importante per costruire un futuro in cui la biodiversità fluviale dei nostri territori possa continuare a esistere e prosperare”.
Un lavoro di squadra, insomma, che unisce scienza, istituzioni e territorio nella difesa di una delle specie più emblematiche dei fiumi mediterranei.