Domani in Senato la mozione voluta dal rettore McCourt: “L’università sia luogo di dialogo e pace”
«L’università deve essere un luogo di dialogo, non di sopraffazione, uno spazio in cui le differenze si ascoltano e si confrontano, anche quando sono radicali». Con queste parole il rettore dell’Università di Macerata John McCourt ha aperto l’assemblea dedicata alla questione palestinese, organizzata oggi dal Dipartimento di Studi Umanistici in occasione dello sciopero a sostegno della Global Sumud Flotilla.
L’incontro, coordinato dal direttore Roberto Mancini e seguito da un’aula gremita di studenti universitari e delle scuole superiori, ha dato spazio a interventi e riflessioni libere. Nei prossimi giorni altre iniziative si terranno negli altri Dipartimenti.
Critiche e chiarimenti
Rispondendo alle polemiche, l’Ateneo ha ribadito di non avere mai avuto accordi diretti con università israeliane. L’unico progetto europeo svolto in passato con un ateneo di Israele è concluso e non poteva essere interrotto unilateralmente. «Il nostro Ateneo – ha chiarito McCourt – non prenderà più parte a progetti europei che prevedano il coinvolgimento di istituzioni israeliane allineate con le posizioni del loro governo né stipulerà accordi diretti con esse».
Il rettore ha inoltre difeso la presenza, nei giorni scorsi, di un docente dell’Università ebraica di Gerusalemme, sottolineando come questi avesse assunto posizioni critiche verso la politica israeliana: «Non possiamo respingere chi si espone a rischi reali per difendere la pace».
Oltre alle dichiarazioni, UniMc affianca impegni tangibili. L’ateneo fa parte dei soli 35 in Italia che hanno aderito al programma nazionale Iupals – Italian Universities for Palestinian Students, promosso da Crui, Ministero degli Esteri, Ministero dell’Università e Consolato italiano a Gerusalemme.
Su 150 borse complessive destinate agli studenti palestinesi residenti nei Territori, Macerata ne finanzierà cinque, ampliando così il proprio contributo alla mobilità e all’accoglienza.
La mozione in Senato
Domani il Senato accademico sarà chiamato a discutere una mozione proposta dal rettore: condanna ferma tanto alle azioni terroristiche di Hamas quanto alle violazioni del diritto internazionale del Governo israeliano, già denunciate da Nazioni Unite, Corte Penale Internazionale e Unione Europea.
Il documento stigmatizza l’uso indiscriminato della forza che a Gaza ha causato migliaia di vittime civili, inclusi donne, bambini, ospedali, scuole, università e operatori sanitari. Allo stesso tempo, impegna l’ateneo a: promuovere iniziative di educazione alla pace; vigilare sui partenariati scientifici per evitare complicità in violazioni del diritto internazionale; interrompere collaborazioni con istituzioni israeliane che non abbiano preso le distanze dalle politiche governative; aprire percorsi di accoglienza per studenti e ricercatori provenienti dalle aree colpite.