Tra degustazioni, mostre e spettacoli, il borgo medievale celebra con successo storia, tradizioni e innovazione culturale
La XXIII edizione di Leguminaria ha confermato il fascino di Appignano, piccolo borgo marchigiano noto per i suoi legumi e la tradizione ceramica. Oltre 30 mila persone hanno animato le vie del centro storico nei tre giorni di festa, tra degustazioni, spettacoli e grandi eventi culturali.
Al centro della manifestazione, come da tradizione, i legumi locali: cece quercia, lenticchia di Appignano e fagiolo borlotto, serviti dai figuranti in costume sui pregevoli manufatti di ceramica realizzati dagli artigiani locali, lasciati in omaggio ai visitatori delle cantine. Una celebrazione della storia agroalimentare del territorio e della maestria dei ceramisti appignanesi.
Arte e cultura in primo piano
Tra gli eventi più apprezzati, la Mostra del Concorso Pittorico Nazionale “Biennale – PitturAppignano 2025”, diretta da David Migliozzi e organizzata dall’associazione AppCreativa con il Comune di Appignano, ha portato in città trenta opere da tutta Italia sul tema “Magia, tradizione, evoluzione”.
Il primo premio di 1.200 euro è andato al dipinto “Magia della Sibilla” dell’artista campano Antonio Altieri, mentre il secondo premio di 400 euro è stato assegnato alla maceratese Tiziana Fagiani per “Entità a confronto fra magia e spiritualità”. Il premio della giuria popolare da 200 euro è stato vinto dall’artista lombardo Piergiorgio Noris con “Il papavero rosso”, decretato dai visitatori della mostra.
Non sono mancati i musei: il MArC – Museo dell’Arte Ceramica ha guidato i visitatori attraverso la storia delle cocce appignanesi, mentre il Museo della Tessitura “La Stanza del Telaio” ha esposto la collezione di fibre naturali e strumenti storici, tra cui il celebre telaio di Penelope utilizzato da Juliette Binoche nel film Itaca – Il Ritorno di Umberto Pasolini.
Spettacolo e messaggio di pace
Uno dei momenti più emozionanti è stato lo spettacolo della grande fornace all’aperto e la presentazione dell’opera contro la guerra, realizzata dall’Associazione Scuola di Ceramica Maestri Vasai Appignanesi – M.A.V..
L’opera, intitolata “Cupe Vampe”, rappresenta la distruzione e il conflitto, ma è avvolta da elementi di vita e gioia, trasmettendo un messaggio di speranza e pace. La fornace alta 1,5 metri, costruita in fibra e mattoni, simboleggia la trasformazione dell’energia negativa in bellezza, sottolineando il ruolo dell’arte come strumento di riflessione e rinascita.