La comunità, sindaci del territorio, soci ed ex soci conferitori uniti da un dibattito ritenuto urgente e necessario intorno a Terre Cortesi Moncaro. L’incontro si è tenuto sabato 16 novembre, su iniziativa dell’eurodeputato Carlo Ciccioli per cercare una “soluzione” alla crisi che ha travolto una delle realtà vitivinicole più importanti della regione Marche.
Al centro del dibattito, il commissariamento governativo come alternativa al fallimento, giudicato da molti come una decisione intempestiva che mette a rischio non solo Moncaro, ma anche l’intero tessuto economico e sociale del territorio.
L’intervento di Carlo Ciccioli
L’europarlamentare Carlo Ciccioli (FdI-ECR) ha sottolineato con forza la necessità di “unità e condivisione per salvare Moncaro”. Ha criticato aspramente la gestione giudiziaria della crisi, definendola una “decisione spregiudicata che ha trasformato il curatore in un liquidatore“, favorendo interessi di parte. “Chi si avventa sui fallimenti non lo fa per rilanciare l’azienda, ma per massimizzare i profitti – ha dichiarato–. Moncaro rappresenta non solo un simbolo dell’eccellenza enologica delle Marche, ma anche un pilastro economico e identitario del nostro territorio. Non possiamo permettere che questa crisi si trasformi in una svendita a pezzi.”
Ciccioli ha inoltre annunciato il ricorso alla procedura d’urgenza per accelerare la risoluzione del caso, chiedendo il coinvolgimento diretto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e del Ministero dell’Agricoltura tramite l’istituto Ismea, per garantire un salvataggio che preservi il valore della cooperativa.
Le preoccupazioni dei sindaci e il messaggio di Mangialardi
Anche i sindaci del territorio – Giuseppe Paoloni di Montecarotto e Tiziano Consoli di Maiolati – hanno ribadito l’importanza di trovare una soluzione in tempi rapidi. “Moncaro non è solo un’azienda, è parte integrante della nostra comunità – ha dichiarato il primo cittadino Paoloni. È fondamentale agire per salvaguardare soci, lavoratori e conferitori, senza compromettere un patrimonio che appartiene a tutti.”
Parole anche dal consigliere regionale Maurizio Mangialardi che, pur non presente, ha inviato un messaggio in cui ha evidenziato il rischio di un “effetto domino devastante” qualora Moncaro non riuscisse a risollevarsi, auspicando il massimo impegno per mantenere la cooperativa radicata sul territorio.
Un patrimonio da difendere
Moncaro, fondata nel 1964, è una delle realtà più prestigiose nella produzione del Verdicchio, vino che ha ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali. Tuttavia, come sottolineato da Ciccioli, il paradosso è evidente: “un prodotto premiato ovunque, ma che crolla sul suo stesso territorio.”
A denunciare gli “errore di anni passati“, la dipendente Simona Giancamilli che ha sottolineato come alcune scelte abbiano contribuito a generare una crisi tanto profonda: “ora, l’obiettivo condiviso è non solo salvare Moncaro, ma rilanciarla nel segno della legalità, trasparenza e professionalità“.
L’incontro ha visto anche la partecipazione attiva di soci, dipendenti e conferitori, che si sono uniti alla richiesta di evitare attività liquidatorie irreversibili, come evidenziato anche dal MIMIT. È stata inoltre presentata una petizione per sostenere la costituzione di un comitato a tutela della cooperativa e del comparto vitivinicolo regionale.
Ciccioli ha concluso l’incontro con un appello alla trasversalità: “Serve un impegno comune, al di là delle appartenenze politiche, per garantire un futuro a Moncaro e al nostro territorio. Dobbiamo lavorare per una ripartenza che metta al centro la qualità e la professionalità.”
Le speranze della comunità sono per il momento riposte nella Corte d’Appello di Ancona, chiamata a decidere sul reclamo per la gestione della liquidazione coatta amministrativa. “Ogni giorno perso è un danno irreparabile – ha sottolineato Ciccioli –. Se non agiamo in fretta, comprometteremo non solo la prossima vendemmia, ma il futuro stesso della cooperativa.”