Monday 6 May, 2024
HomeMarcheCultura MarcheGenitori, figli e disturbi alimentari: il Dott. Mendolicchio ed il suo libro a Palazzo Bisaccioni

Ai genitori: “Stiamo crescendo un esercito di figli che vuole farcela da solo. Non serve il perfezionismo. Ammettiamo di sbagliare dando loro supporto”

Venerdì pomeriggio, Palazzo Bisaccioni di Jesi ha ospitato l’incontro “Adolescenza, tra aspettative e fragilità” promosso dall’Istituto Superiore Galilei di Jesi – Genitori informati – in collaborazione con Progetto Specchio. Al centro, i giovani, la genitorialità ed il problema dei disturbi alimentari tra le nuove generazioni.

Tra i presenti, gli Assessori Manuela Marguccio all’Istruzione e Luca Brecciaroli alla Cultura, il Presidente della Fondazione cassa di risparmio Paolo Morosetti, Nadia Serafini, Presidente del Lions Club Jesi e Luigi Frati, Dirigente dell’IIS G.Galilei.

Valutiamo il concetto di salute come benessere fisico, psichico e relazionale – ha affermato in apertura quest’ultimo – e su questo c’è molto disagio perché i ragazzi sono sempre più soli ed hanno paura. I giovani non sono le medie dei voti a scuola ma sono persone. Per questo pensiamo che vada cambiato il metodo di studio, che deve prescindere dall’ansia della prestazione. Ciò che conta è il successo formativo, non quello scolastico”.

Genitori e figli, colpa e responsabilità

Il convegno, moderato dal Dottor Pietro Bologna, ha visto la presenza della Dott.ssa Linda Fiorà, psicologa e psicoterapeuta, della Dott.ssa Federica Merli, biologa nutrizionista, della Dott.ssa Giulia Bologna, psicologa e dell’ospite dell’evento il Dott. Leonardo Mendolicchio, noto medico psichiatra e psicoanalista che ha presentato il suo ultimo libro “Fragili. I nostri figli, generazione tradita (Ed. Solferino).

Ed è proprio dalla genesi del suo scritto che il Dottor Mendolicchio ha dato inizio al suo intervento: “l’idea di scrivere questo libro nasce dopo la pandemia, un periodo dove ho potuto ascoltare tante esperienze di ragazzi e genitori secondo me troppo preziose per non essere raccontate. Ma non ne ho voluto fare un racconto da tecnico, bensì da genitore, rielaborando quel materiale dal punto di vista del padre“.

Ci troviamo in una situazione – ha affermato parlando soprattutto ai numerosi genitori presenti in sala- nella quale il malessere dei figli deve farci domandare cosa possiamo fare. Nel libro racconto in particolare la storia di una ragazzina che tra un lockdown e l’altro sviluppa una gravissima forma di anoressia. Ciò che mi colpiva era il fatto che ogni volta che veniva da me, esordiva dicendo che voleva dimostrare di riuscire a farcela da sola. E io non riuscivo a capire. Poi diventò molto chiaro il tema che Giulia – nome di fantasia – aveva nella sua testa: da tempo aveva sviluppato una sfiducia verso gli adulti che la obbligava a badare a se stessa. Ho ritrovato questa modalità in molti ragazzi come lei. Questo rumore di sottofondo che corrisponde al voler dimostrare di non aver bisogno dell’adulto“:

Perché stiamo crescendo un esercito di figli che vuole dimostrare così tanto di farcela da solo? – ha continuato. “Non basta vivere sotto lo stesso tetto per essere famiglia. Molto spesso noi genitori ci scontriamo con il malessere dei nostri figli e restiamo basiti. Trasmettiamo ai ragazzi il mito del perfezionismo, così crescono ossessionati: dal numero dei voti a scuola al numero sulla bilancia, il passo è breve. Non dobbiamo illuderci che il problema di anoressia, o di autolesionismo sia un problema del singolo perché è un problema della famiglia, della scuola, della società“.

I genitori devono avere il coraggio di passare dal senso di colpa a quello della responsabilità. La colpa ha il grande effetto di paralizzare, congela tutto. Dobbiamo partire dal presupposto che, come genitori, abbiamo sbagliato e continueremo a farlo. Diremo sempre la parola sbagliata al momento sbagliato. Ciò che serve ad un figlio è il vedere che il genitore si rende conto di averlo fatto e cerca di correggersi”.

Oggi i ragazzi – ha concluso – sono attivi su clima, diritti di genere, tematiche importanti attraverso le quali tentano di recuperare quella lotta per obiettivi alti e altri. Dobbiamo aiutarli in questo e mostrare che anche noi genitori non abbiamo perso il sacro fuoco che ci permette di sognare“.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.