Cultura e filosofia richiamano a Matelica più di 1000 persone. Galimberti tornerà nelle Marche il prossimo 28 febbraio a Teatro Pergolesi
Mille persone riunite a Matelica dalla filosofia di Umberto Galimberti. L’incontro, nell’ambito della rassegna “Nutrire il talento“, si è svolto lo scorso venerdì quando la presenza del Professore filosofo e psicanalista ha richiamato al palasport del piccolo comune in provincia di Macerata un folto pubblico proveniente anche da fuori regione.
Un interesse significativo dati i temi trattati da Galimberti che, tra filosofia e psicanalisi, fa riflettere sul mondo dei giovani, sul ruolo delle istituzioni e dei genitori, parla di relazioni e di identità.
Dopo le note del violinista marchigiano Marco Santini che hanno aperto la serata, l’introduzione curata dalla coach adolescenziale Roberta Cesaroni ha ricordato l’importanza di “rieducarsi ad educare, perché i giovani sono in crescita e se gli adulti propongono un cambiamento, loro rispondono“.
Poi, il palco a Galimberti che ha preso le mosse proprio dalla differenza intergenerazionale tra adulti e giovani: “Non potete dir loro che ai vostri tempi era tutto diverso perché voi avevate il futuro lì ad aspettarvi, loro non ce l’hanno“.
“Nell’adolescenza fiorisce quello che si semina nell’infanzia e l’identità è un ruolo sociale prodotto dal riconoscimento. Sono gli altri che ce la danno. Questo i greci lo sapevano perché mettevano la società avanti all’individuo. Chi non ha bisogno degli altri o è una bestia o dio, l’uomo ha bisogno dell’altro. La cultura cristiana ha messo l’individuo prima della società perché la cosa più importante nella cultura cristiana è l’anima. Il primato dell’individuo ha portato all’individualismo, al narcisismo, e questo è un altro scoglio da superare, perché fa parte della mostra psiche collettiva“.
Le emozioni, la sessualità e il ruolo della scuola
“In che cosa consiste l’educazione?” – ha continuato. “La scuola di oggi comprime le intelligenze creative e predilige quelle logico matematiche. Si pensa erroneamente che gli uomini abbiano istinti quando in realtà hanno pulsioni. L’istinto è una risposta lucida, rigida; l’istinto sessuale non è un istinto ma è una pulsione. Il senso dell’educazione è gestire le pulsioni e trasformarle in emozioni.
Sennò va a finire che i ragazzi crescono e non capiscono le differenze tra stuprare e corteggiare una ragazza.“
“Poi insegnare i sentimenti – ha aggiunto. Non ce li abbiamo per natura. I sentimenti si imparano, sono diversi tra culture. Tutte le tribù primitive hanno insegnato i sentimenti con racconti, fiabe, i greci con i loro dei, Zeus era potere, Atena l’ intelligenza, Afrodite la sessualità, Dioniso la follia, Apollo la bellezza. Oggi non possiamo più usare loro perché non ci crediamo più. Però abbiamo la letteratura che è un tesoro enorme, ci insegna cos’è la noia, la tragedia, il coraggio, l’amore. La cultura è seduttiva e ha potere attrattivo sugli studenti, sono i professori a dover essere in grado di trasmetterla“.
“I giovani sono un valore che la società non privilegia” – ha concluso. Sono i portatori del talento eppure vengono messi a fare fotocopie nel momento della loro massima creatività. Come fanno ad avere fiducia nel futuro?“.
In chiusura, le note della leggerezza di Viva la vida dei Coldplay dal violino di Santini, seguite dal saluto del sindaco di Matelica Massimo Baldini che ha fatto dono a Galimberti dell’opera letteraria di Libero Bigiaretti, poeta e scrittore matelicese.
Un arrivederci tra Galimberti ed il suo pubblico, ma soprattutto con la regione Marche, dove tornerà con uno spettacolo a Teatro Pergolesi di Jesi il prossimo 28 febbraio.