Chiara Giacobelli e le sue “Marche romantiche e misteriose” hanno rappresentato il fulcro dell’incontro tenutosi presso la Galleria Antichi Forni di Macerata, nell’ambito del Festival “Macerata Racconta” in scena dal 2 al 7 maggio.
Se il tema “I mostri” è quello scelto dai curatori dell’iniziativa per l’edizione 2023, l’opera della giornalista parrebbe interpretarlo alla perfezione. Trenta personaggi – quindici uomini e quindici donne – avvolti dal mistero, di cui molti appartenenti proprio all’area maceratese.
Le Marche romantiche e misteriose, un volume uscito nell’estate 2021 ed inquadrabile nel genere della letteratura di viaggio, avrebbe posto le premesse per una collana che – ha rivelato l’autrice – è pronta per essere esportata nel resto d’Italia, con la nostra regione a fungere da capofila.
I personaggi presenti in questa raccolta, ha spiegato Giacobelli, sono personaggi che “non hanno voce, finiti rovinosamente nell’oblio”, e dunque meritevoli di un’attenzione che punti a riportarli in auge, il tutto in chiave turistica.
“Non c’era bisogno di me per raccontare Raffaello o Leopardi, ma Giuseppe Tucci sì” ha puntualizzato la giornalista quando le è stato chiesto di descrivere questo affascinante personaggio che a Macerata gode di enorme prestigio, ma che, altrove, rimane un’incognita tuttora da chiarire. Tucci, a detta dell’autrice, sarebbe stato solamente uno dei tanti personaggi che avrebbero chiesto all’autrice di “essere raccontati”.
La scelta di narrare i protagonisti del suo volume collegandoli a specifici luoghi marchigiani, essendo Giacobelli prevalentemente una scrittrice di viaggi, non avrebbe potuto non essere intrapresa. Le schede che accompagnano le storie dei vari personaggi possono avere la forma dell’itinerario, oppure possono recare semplici indicazioni di musei o di particolari attrazioni che meritano di essere visitate. Quello che conta, ha ribadito l’autrice, è la possibilità di ricollegare i protagonisti de Le Marche romantiche e misteriose ai contesti che li hanno visti maggiormente partecipi. Anche in questo caso, la scelta è ricaduta su tutti quei luoghi “poco conosciuti dai marchigiani”.
Non è mancata, durante l’incontro, l’occasione di riflettere in merito alla professione del giornalista e alle competenze che questa professione avrebbe conferito alla scrittrice, nonché in merito alle difficoltà con cui i giornalisti, al giorno d’oggi, faticano ad affermarsi e a trovare un loro pubblico.
“Esserlo mi è servito al 100%. Il mio approccio è quello della mia formazione giornalistica, che mi ha insegnato a documentarmi, ad andare nei luoghi, ad ascoltare le persone che li abitano e che sono i custodi della loro storia”. Essere giornalista, parola dell’autrice, ha ancora un senso in un mondo in cui a volte tutto si trasforma rapidamente in marketing.