Friday 26 April, 2024
HomeMarcheCultura MarcheDaniele Trucchia presenta George Orwell: l’incontro alla Biblioteca “F. Cini” di Osimo

Scrittore, presentatore, curatore di edizioni critiche, appassionato di fotografia: nel curriculum di Daniele Trucchia, le esperienze da annoverare sono numerose. Presso la Biblioteca comunale “F. Cini” di Osimo, nel pomeriggio di mercoledì 3 maggio, Daniele ha intrattenuto il pubblico intervenuto con una presentazione a tutto tondo dell’autore George Orwell (al secolo Eric Blair).

Il nome George Orwell (adoperato a partire dal 1927) è in realtà lo pseudonimo che segna l’inizio di una nuova vita da parte dell’autore, che decide di mutare radicalmente il senso della propria esistenza dopo aver sperimentato la crudeltà dell’esercito britannico in Oriente, le contraddizioni insite in quell’esigenza – che in realtà esigenza non era e non lo sarebbe mai stata – di dimostrare ad ogni costo la «superiorità dell’uomo bianco». Una superiorità che, all’opposto, dà ad Orwell l’impressione di essere soltanto “un povero idiota”.

Sentivo il bisogno di liberarmi non solo dell’imperialismo, ma da ogni professione che consenta a un uomo di spadroneggiare su altri uomini”: questo lo spirito con cui George affronta la sua nuova vita da scrittore, immergendosi nei bassifondi ed entrando a contatto con persone che conducono un’esistenza interamente ai margini della società.

Significativa è l’esperienza della guerra civile spagnola, quando Orwell, approdato a Barcellona con l’intento di scrivere articoli, si rende conto di trovarsi nell’ambiente che fa al caso tuo; un ambiente in cui vede realizzato il sogno del socialismo e dell’uguaglianza sociale. Non passerà molto, infatti, prima che l’autore decida di iscriversi al POUM (Partito Operaio di Unificazione Marxista).

Impegnato al fronte in trincea, lo scrittore si beccherà addirittura una pallottola al collo (fortunatamente non mortale). Quando tornerà in Inghilterra in fretta e furia – anche in virtù del fatto che i membri del POUM iniziano ad essere ricercati – si renderà conto di quante falsità stessero raccontando i giornali a proposito della guerra. Fatti mai accaduti ed altri distorti: questo l’approccio con cui la stampa stava dipingendo una guerra che – ed Orwell lo sapeva più che bene, avendola sperimentata in prima persona – era andata completamente in un’altra maniera.

Perché scrivo

Si tratta di un racconto di poche pagine pubblicato nel 1946, che ci aiuta a comprendere come mai Orwell, piuttosto che dedicarsi a “libri stilisticamente elaborati o meramente descrittivi”, è stato invece costretto a “diventare una sorta di pamphlettista”. “Sono venuti Hitler, la Guerra civile spagnola […]. Ogni opera seria che ho scritto dal 1936 è stata scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo”.

La Fattoria degli animali (1945)

Libro chiave di Orwell, in cui si racconta il fallimento e il tradimento della rivoluzione con termini favolistici. Ispirata alla Rivoluzione russa, la favola scritta dall’autore si colora di personaggi che richiamano proprio i fautori della guerra civile russa.

I maiali, protagonisti di primo piano nel contesto della rivoluzione, inizieranno progressivamente a differenziarsi dagli altri animali. La loro presa di potere, lenta, subdola e sempre più spietata, porterà all’instaurazione di un nuovo clima di terrore. Dall’animalismo –ossia l’insieme dei princìpi che avevano guidato i membri della fattoria nella ribellione contro il fattore Jones – al totalitarismo, dimostra Orwell, il passo è breve.

1984 (1949)

Orwell compone quest’opera prevalentemente a letto, o ricoverato nei sanatori. “Il Grande Fratello vi guarda” scrive l’autore ad un certo punto del romanzo; una delle tante riflessioni disseminate in 1984 che gli fanno guadagnare l’appellativo di vero e proprio «prefiguratore» di eventi. In realtà, come puntualmente osservato da Daniele, probabilmente George altri non era che un “acuto osservatore della realtà contemporanea”, che già dava i primi segni del triste epilogo a cui assistiamo oggi.

Se La fattoria degli animali parla di una rivoluzione tradita, 1984 è la raffigurazione di un mondo distopico in cui il regime ha preso ormai il potere. Il Grande Fratello, che controlla ogni minimo aspetto della vita dei cittadini, pervade le loro esistenze tramutandosi in slogan, regole ferree e meccanismi di distorsione totale della realtà, a seconda delle occorrenze.

È il «bipensiero», ha tenuto a rimarcare Daniele, l’anima della società controllata dal Grande Fratello: coloro che amministravano il potere non solo erano tenuti a raccontare una “menzogna con le sembianze della verità” ai cittadini, ma dovevano a loro volta convincersi del fatto di star dicendo la verità. Una verità che, in realtà, aveva la sola e unica funzione di modificare il passato, così da farlo combaciare col futuro.

Lessico ridotto, vocabolario ridotto, il teleschermo che osserva e supervisiona la vita delle persone, che “riceve e trasmette contemporaneamente”: nulla, in 1984, sembra possedere i connotati della libertà; quella stessa libertà che, tuttavia, il regime si vanta di perpetrare attraverso la propria attività.

L’ultimo uomo in Europa sarebbe dovuto essere il titolo dell’opera, in cui il protagonista Winston Smith si profilava essere proprio l’ultimo baluardo dell’Europa, l’unico in grado di sperimentare passioni, di porsi domande, di avvertire la vita scorrere sotto la pelle in quel mondo dominato dal Grande Fratello, che, ad uno sguardo più approfondito, non appare poi così diverso da quello attuale.

Autore

Vanessa Zagaglia

Laureata in Lettere moderne (2020) e in Filologia moderna (2023) presso l’Università di Macerata. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2023. Appassionata lettrice, e scrittrice per vocazione. Dal 2020 collabora con testate telematiche di impronta generalista e con settimanali che si occupano della sua realtà, quella osimana. La frase che più la rappresenta è tratta dal repertorio di De André: “Guadagnatevi il cielo, conquistatevi il sole”.