Studenti e ricercatori al lavoro per le strade dell’antica polis
Nuove scoperte archeologiche dall’isola di Creta: sotto le lastre calcaree della Strada Ovest di Gortina sono riemersi tratti di fognatura e acquedotto durante l’ultima campagna di scavi condotta questa estate dall’Università di Macerata, in collaborazione con la Scuola Archeologica Italiana di Atene e l’Eforia alle Antichità di Heraklion.
Il team, composto da studenti, dottorandi, ricercatori e tecnici dell’Ateneo maceratese, ha lavorato per quattro settimane, fino a fine agosto, ricostruendo le diverse fasi d’uso di questa via centrale per la vita della polis arcaica e, successivamente, della metropoli ellenistica e romana. Nel corso dei secoli, fino all’età bizantina e all’arrivo degli Arabi, il piano stradale è stato progressivamente rialzato, lasciando tracce preziose per lo studio della città.
Un nodo urbanistico fondamentale
“La strada – spiega il professor Roberto Perna, direttore degli scavi – segna il limite tra l’area urbana di età classica ed ellenistica e quella romana. È dunque un fondamentale snodo urbanistico, la cui indagine ci aiuta a comprendere lo sviluppo e l’organizzazione topografica e storica del centro urbano”.
Con oltre duemila anni di storia, Gortina resta una vera “palestra” per la formazione sul campo degli studenti di archeologia dell’Università di Macerata, che qui possono confrontarsi con materiali, tecniche e metodologie di ricerca in un contesto internazionale.
Un progetto di respiro internazionale
Gli scavi fanno parte di un programma più ampio che prevede anche la creazione di un percorso di visita per valorizzare l’area archeologica. Un’esperienza che, oltre al valore scientifico, rappresenta un’occasione formativa e umana unica per i giovani archeologi.
“La formazione sul campo – sottolinea il rettore John McCourt – è uno dei punti di forza del nostro corso magistrale. Le ricerche a Gortina, attive sin dalla fine degli anni Settanta, sono inserite nella programmazione del Ministero degli Affari Esteri: un riconoscimento del loro valore scientifico e didattico e del prestigio dell’Università di Macerata”.
Dopo la conclusione della campagna, parte della squadra è rimasta a Creta per lo studio dei materiali, che diventeranno oggetto di tesi di laurea e pubblicazioni internazionali, consolidando ulteriormente il legame tra didattica, ricerca e valorizzazione del patrimonio archeologico.