Monday 13 May, 2024
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Non stop di appuntamenti, oggi a partire dal Consiglio comunale al Teatro Sperimentale insieme a studentesse e studenti, per commemorare l’appuntamento istituito per commemorare le vittime della Shoah

La città celebra e onora il Giorno della Memoria – istituito con una risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu l’1 novembre del 2005 per commemorare le vittime della Shoah – a partire dal Consiglio comunale che stamattina ha aperto gli appuntamenti promossi dal Comune di Pesaro, al Teatro Sperimentale.

In apertura il sindaco Matteo Ricci ha detto: «La storia si può ripetere in modo diverso, i germi dell’intolleranza e del razzismo sono sempre stati nella società, sta a noi ricacciarli indietro facendo prevalere la cultura della pace, uguaglianza e libertà». «Abbiamo bisogno di fare un lavoro profondo sul ricordo e sugli accadimenti più drammatici sulla storia dell’umanità – ha detto riferendosi alle centinaia di studenti presenti allo Sperimentale -. È un dovere per chi, come me, rappresenta le istituzioni. Ed è un dovere per la scuola affinché queste atrocità non capitino più. Qualche giorno fa ero a Pisa, al parco di San Rossore, dove il 5 settembre 1938 vennero firmate le leggi razziali: un’infamia per il nostro Paese, un testo nel quale veniva evidenziato il perché si dovessero perseguire le razze minore. Tutto partiva dal concetto che nel mondo ci fosse una razza superiore, eletta non si sa da quale Dio, e che le altre fossero inferiori, che dovevano essere combattute e limitate nelle loro libertà. Questo testo fu firmato dal Re Vittorio Emanuele III senza scendere d cavallo, come una varia ed eventuale. Quella firma è una delle pagine più buie del nostro paese». Poi ha continuato: «Non furono solo i nazisti a perseguitare ebrei, zingari, omosessuali, ma anche gli italiani. E questo senso di colpa dobbiamo continuare a portarcelo addosso, perché noi non abbiamo subito le leggi razziali, ma le abbiamo firmate e promulgate con grande sufficienza perché un minuto dopo iniziarono i rastrellamenti, il più grande sterminio di massa». Una storia tremenda, «la pagina più buia dell’umanità, che ogni anno abbiamo il dovere di ricordarla affinché questi eventi non accadano più. Purtroppo non stiamo vivendo un momento felice dal punto di vista internazionale. Le guerre sono intorno a noi e non riusciamo ad alzare una voce forte per il cessate il fuoco, per un negoziato di pace né per la guerra in Ucraina, né per quella in Medio Oriente, dove la giusta volontà di combattere una forza antiterroristica e antisemita come Hamas si sta ripercuotendo in maniera drammatica sul popolo civile e innocente palestinese. Questa giornata ci deve spingere a rilanciare una cultura di pace. Non possiamo rassegnarci alla guerra e all’odio che riemerge. Mai come oggi la pace e la democrazia nel mondo sono a rischio, perché non sono valori acquisiti per sempre, ma vanno salvaguardati giorno dopo giorno. E l’Europa, che dopo secoli è un luogo di pace, deve avere un ruolo decisivo per ristabilirla dove oggi non c’è».

A prendere la parola è stato anche Marco Perugini, presidente del Consiglio comunale, che ha sottolineato: «La memoria è possibile solo se c’è conoscenza. Strumento fondamentale per cementare la comunità umana intorno a valori condivisi: pace, rispetto, accoglienza, incontro fra popoli». Perugini, ha ricordato come «La Germania ha voluto il Memoriale per gli Ebrei assassinati d’Europa a qualche centinaia di metri dalla Porta di Brandeburgo, quindi nel cuore della città, così anche la nostra città, grazie al liceo Mengaroni, ha posizionato i fogli fossili, fra cui quello che annuncia l’esclusione degli ebrei dalle scuole, nella piazza principale di Pesaro. Questo significa assumersi la responsabilità della memoria». E ancora: «La memoria deve essere un ponte verso il futuro, un monito a non ripetere gli errori del passato, un invito a costruire un mondo più giusto e più umano. Fermate violenze e bombe in Palestina, in Ucraina, ovunque. Violenza e genocidi non possono essere giustificati neanche a chi ne è stato vittima. Oggi dimostriamo che la forza della vita e il potere delle parole sono la soluzione» ha concluso Perugini.

A spiegare com’è stata scelta la tematica del Giorno della Memoria 2024 è stata Camilla Murgia, assessore alla Crescita e alla Gentilezza: «Lo scorso anno scolastico, la primaria Gramsci di Villa Fastiggi ha chiesto la possibilità di realizzare un “Giardino dei Giusti” a Pesaro; progetto che stiamo portando avanti in sinergia con l’assessorato al Fare. Spinti da questa sollecitazione dei piccoli abbiamo costruito, insieme alle studentesse e agli studenti, il Giorno della Memoria, e il suo programma mai così articolato e ricco come nell’anno da Capitale italiana della cultura».

Il valore dei Giusti tra le nazioni guida una giornata, «Nel segno del dialogo e della speranza». I Giusti, per Murgia, «Stati capaci lavorare per la pace senza raccontarlo. Il loro ribellarsi alle ingiustizie ha scatenato le azioni di questi eroi romanici di cui oggi narriamo le vicende e a cui ci ispiriamo. Perché la costruzione di un mondo migliore passa per la creazione di una coscienza critica: unico strumento per far sì che la memoria sia impegno quotidiano. Come disse Gramsci, non bisogna essere indifferenti, “vivere vuol dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano”. Dobbiamo scegliere la parte giusta della storia. Non è facile, ci vuole coraggio. Pesaro parte da qui».

È stato poi il momento della Prefetta Emanuela Saveria Greco: «Ancora assistiamo alla persecuzione di popoli; cambiano i numeri, i nomi delle vittime, le modalità di persecuzione, i tipi di violenza perpetrata». Per questo, «Ricordare la Shoah è innanzitutto un atto di rispetto per tutte le vittime ebree» ha detto prima di citare «gli insigniti di oggi con la Medaglia d’onore. Ragazzi un po’ più grandi di voi (ha detto rivolgendosi alla platea di studentesse e studenti, ndr) ai quali sono stati sottratti anni della loro gioventù». Greco ha richiamato l’appello del Presidente della Repubblica Mattarella “a riconoscere lo stato palestinese, perché non si può negare ad un altro popolo, il diritto ad uno Stato” aggiungendo che, «ciò che possiamo fare è scegliere di fare il bene, anche solo rispettando chiunque incontriamo sulla nostra strada». La Prefetto ha citato la poetessa Ilse Weber e le sue ninne-nanne per tenere sereni i bambini dei campi di concentramento e ha evidenziato l’opera dei Giusti tra le nazioni, tematica del Giorno della Memoria 2024, «Persone comuni che di fronte a ingiustizie e persecuzioni, sono state capaci di fare una scelta», «Raccontare la loro storia è un modo per ricordare a ciascuno che si può intervenire in difesa di un diritto, che si può scegliere tra il bene e il male». Poi l’esortazione a «essere gentili con chi incontriamo e ad aiutare chi ha bisogno. Farlo darà un senso alla nostra vita e ci renderà profondamente diversi».

Ha poi preso parola il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Giuseppe Paolini: «Dobbiamo ricordare le atrocità accadute durante il secolo passato, assumersi la responsabilità di non farle cadere nel dimenticatoio. Violenze che oggi si stanno rifacendo in territori come l’Ucraina, la Palestina e in altre parti del mondo». Paolini ha invitato la platea alla lettura de “La notte” di Elie Wiesel, in particolare il passaggio in cui il protagonista, oggetto di interminabili violenze, si chiede “dov’è Dio?” e in cui si sente rispondere “Dio è lì, negli occhi e nel volto del bambino vittima di soprusi. Dio non sempre può agire, e noi dobbiamo fare la nostra parte, sollecitando la memoria di quegli anni bui e la necessità della cultura e della riflessione».

Ha citato le «Conseguenza delle tossine velenose che circolavano sin dall’esordio del secolo scorso, offuscando le menti. Idee e azioni a cui molti aderirono, anche per conformismo», Alessandra Belloni, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale prima di aggiungere: «Dobbiamo ricordarcelo ogni volta che ci si sente indifferenti davanti a un sentimento di razzismo o di tolleranza verso le recrudescenze dell’antisemitismo». Belloni ha detto che «Tali sentimenti diedero vita alle persecuzioni che poi si fondarono su leggi ideate a dispetto della concezione di giustizia, che nasce per la difesa dell’uguaglianza. Ribadiamo il significato di pari dignità ed uguaglianza, che la Repubblica ha sancito all’articolo 3 con la frase “senza distinzione di razza” come presa di distanza dalle leggi che l’Italia promulgò. La nostra Carta, è un baluardo di libertà e democrazia». Anche Belloni ha ricordato il valore dei Giusti tra le nazioni, «Patrimonio di tutta l’umanità. Ricordarli significa tramandare esempi morali che sono pilastri della nostra identità europea e far rivivere nel tempo presente quei valori, in una staffetta morale di cui ragazze e ragazzi sono protagonisti». Proprio a loro ha rivolto l’esortazione: «Fatevi “Giusti” nel vostro spazio sovrano e nel tempo presente; per affermare “mai più” a un mondo dominato dal culto della personalità e dalle aggressioni. Fatevi “Giusti” per la pace» ha concluso la dirigente.

Gli appuntamenti dedicati al Giorno della Memoria, sono proseguiti con la consegna delle medaglie d’onore della Prefettura di Pesaro e Urbino a Silvio Alessandrini (Serra Sant’Abbondio), Michele Gallizioli (Pesaro), Settimio Guidi (Pesaro), Luigi Quarti (Fano) e con il momento di musica e parole in programma insieme alle scuole della città. Alle ore 11.45, si è tenuto “Messia e Rivoluzione. Storia e storie del Bund”, di Angelo Baselli e Miriam Camerini insieme all’artista internazionale Camerini, presente in sala per narrare agli studenti, in musica e parole, l’identità del popolo ebraico. Con Angelo Baselli clarinetto, Gianluca Casadei fisarmonica, Rocco Rosignoli violino, contrabbasso e chitarra.

Nel pomeriggio, la sala Rossa del Municipio, ospiterà alle 16.30, in collaborazione con l’Istituto Benelli e La Nuova Scuola, la presentazione libro – con l’autore Italo Arcuri – “Memme Bevilatte salvata da Teresa” ovvero la storia di salvezza di otto ebrei, avvenuta a Riano, durante l’occupazione tedesca. Alle 17.45, si proseguirà a Palazzo Gradari, in via Rossini, per l’inaugurazione della mostra “BESA un codice d’onore. Albanesi musulmani che salvarono ebrei ai tempi della Shoah” a cura del fotografo Norman Gershman, con la presenza di Matthias Durchfeld direttore dell’istituto storico Istoreco, in collaborazione con il liceo Mamiani e l’istituto Santa Marta. L’esposizione, a cura dell’istituto storico, che sta girando l’Italia, riporta la storia unica di un gruppo di albanesi mussulmani che salvarono gli ebrei al tempo della Shoah. Sarà visitabile per l’intera settimana dalle scuole della Capitale, su prenotazione all’Istituto Santa Marta, come da indicazione inviata agli Istituti della città.

La serata, sempre allo Sperimentale, si aprirà alle ore 21, con il contributo musicale dell’associazione LiberaMusica e con le letture a cura de Le voci dei libri. Alle 21.30 seguirà il monologo “Storia di un uomo magro” di e con Paolo Floris, che porterà in scena la vicenda di Vittorio Palmas, contadino sardo e soldato reduce della Seconda Guerra Mondiale, riuscito a salvarsi dalle esecuzioni di Bergen Belsen, solo per i 2kg di peso in più. Lo spettacolo è tratto dal libro di Giacomo Mameli “La ghianda è una ciliegia” (2006) che introdurrà la performance di Floris.

In occasione del Giorno della Memoria, la Sinagoga è aperta in collaborazione con il FAI in orario 10-13 e 15.30-18.30.

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Comunicato Stampa