Il presidente del comitato dei sindaci dell’Ats1 e assessore alla Solidarietà presenta il progetto che attiva nuove azioni (il servizio di telesoccorso) e potenzia le esistenti (consegna di pasti a domicilio e rafforzamento della rete socio-sanitaria) per favorire la deospedalizzazione. Pandolfi: «Potenziata la rete a sostegno delle fragilità»
L’Ambito Territoriale Sociale 1, capofila per la provincia di Pesaro e Urbino, intercetta 330mila euro di risorse del PNRR “Sociale” da riversare nel territorio dei suoi comuni attraverso il sostegno alla domiciliarità post ospedalizzazione. «L’obiettivo – spiega Luca Pandolfi, presidente del comitato dei sindaci dell’Ats1 e assessore alla Solidarietà di Pesaro – è anticipare il rientro dal nosocomio e sostenere la permanenza nel domicilio di coloro che sono stati ricoverati: la casa è infatti il luogo più idoneo per il benessere della persona in condizione di fragilità».
Per favorire questo passaggio, «deve essere promossa e sostenuta la continuità assistenziale tra i servizi socio-sanitari. Come previsto dalle direttive nazionali – aggiunge Pandolfi – è un percorso che si può costruire rafforzando le equipe che seguono e valutano i singoli casi per raggiungere una presa in carico personalizzata».
L’intervento, potenzia il servizio di assistenza domiciliare «attraverso i servizi di telesoccorso – unico caso a livello regionale, rarità a livello nazionale – e con la consegna di pasti a domicilio. Queste le azioni principali del progetto che vede capofila l’Ambito Territoriale Sociale 1, finanziato dai fondi PNRR, che prevede anche l’implementazione di attività già esistenti» spiega il presidente nel comunicare gli interventi dell’Ats1 che attiva, caso per caso, i supporti necessari al rientro nel domicilio. «Così facendo si crea una rete di supporto stabile, utile sia all’utente, sia alla sua famiglia, che viene alleggerita nella gestione del carico assistenziale». Elemento importante, «perché aiuta anche a prevenire il rischio frequente di burnout del caregiver» precisa Pandolfi.
Il progetto dell’ATS1, si inserisce in un contesto in evoluzione: «Abbiamo appena assistito all’approvazione della riforma socio sanitaria territoriale – puntualizza – è quindi importante che, alle linee di indirizzo e programmazione, segua una fattiva programmazione di risorse e organizzazione di un sistema che potenzi la domiciliazione della presa in carico. Non solo per favorire un risparmio economico dovuto alla dimissione dalle strutture sanitarie ma per migliorare la qualità dell’assistenza personalizzata domiciliare. Servono quindi risorse che diano continuità alle progettualità del PNRR: «All’avvio di questo progetto, sarebbe importante prevedere l’istituzione di altre figure fondamentali in questo processo e citate nei piani sanitari come l’infermiere di famiglia o di comunità» conclude Pandolfi.