Sunday 3 August, 2025
HomeMarcheAttualità MarcheAncona, l’AOU Marche in prima linea contro la resistenza agli antibiotici

Le unità di Malattie Infettive rafforzano la sinergia ospedale-università: “Investire oggi è una priorità della sanità pubblica”

La battaglia contro l’antibiotico-resistenza, definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità una delle minacce più gravi alla salute globale, si combatte anche lontano dai riflettori. All’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, due eccellenze cliniche – la Clinica di Malattie Infettive Tropicali, Parassitologia ed Epatiti Croniche e la Divisione di Malattie Infettive per Immunodepressi e Patologie Emergenti – sono impegnate quotidianamente in un lavoro silenzioso ma determinante.

A guidarle sono il prof. Andrea Giacometti e il dott. Marcello Tavio, figure di riferimento a livello regionale, responsabili di un’azione integrata che tiene insieme assistenza, ricerca e formazione in ambito infettivologico. L’obiettivo: contenere un fenomeno che rischia, nel medio termine, di compromettere seriamente l’efficacia delle terapie antibiotiche e di riportare la medicina a una fase pre-antibiotica.

Quando le Malattie Infettive non fanno notizia – affermano Giacometti e Tavioè il momento in cui si combatte la vera battaglia. La resistenza agli antibiotici è una crisi silenziosa, ma costante. E affrontarla richiede competenze, investimenti e una visione sistemica”.

Nei reparti AOUM, oltre il 50% dei pazienti è in trattamento con antibiotici, spesso su protocolli complessi e personalizzati. In parallelo, si registrano ancora oggi casi di tubercolosi, infezioni da HIV, e situazioni cliniche legate al post-Covid. La pressione sulle strutture infettivologiche è continua, anche in assenza di emergenze mediatiche.

Pensare che patologie come la tubercolosi siano scomparse è un errore. Anzi, in alcuni casi, stiamo assistendo a nuove forme resistenti che complicano ulteriormente le terapie”.

Sorveglianza attiva e prontezza operativa

Dal punto di vista epidemiologico, le due unità rappresentano anche l’osservatorio regionale sui virus esotici e le infezioni emergenti veicolate da vettori, come West Nile, Dengue e Chikungunya. Al momento, non si registrano casi nel territorio marchigiano, ma il monitoraggio è costante.

Siamo attrezzati per intervenire rapidamente qualora dovessero emergere situazioni critiche. Al momento la popolazione può considerarsi al sicuro, ma la vigilanza non viene mai meno”.

L’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche dimostra come sia possibile coniugare ricerca scientifica, didattica e assistenza clinica in un unico modello funzionale. La collaborazione tra le due unità di Malattie Infettive è strutturata su basi complementari: la componente ospedaliera si occupa principalmente delle patologie nei pazienti immunocompromessi, mentre quella clinica è focalizzata su epatiti croniche e malattie tropicali. Tuttavia, il lavoro sui pazienti è pienamente condiviso, così come i percorsi di formazione degli specializzandi.

Non esistono duplicazioni – sottolineano i due direttori – ma una piena integrazione operativa. La sinergia tra componente universitaria e struttura ospedaliera è ciò che garantisce continuità e qualità nei percorsi terapeutici”.

La necessità di formare nuovi specialisti in malattie infettive si fa ogni giorno più urgente. In un panorama sanitario in costante evoluzione, la figura dell’infettivologo si conferma centrale non solo per la gestione delle epidemie, ma anche per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza, per la corretta prescrizione degli antibiotici e per l’identificazione precoce delle nuove minacce microbiologiche.

Assumere e formare infettivologi oggi – concludono Tavio e Giacometti – significa mettere in sicurezza la sanità pubblica del domani”.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio. L'idea di fondare Capocronaca, insieme a Cristina, nasce all'inizio del 2023. Nelle sue fondamenta, la volontà di dare ai lettori una voce nuova da ascoltare e scoprire insieme a loro, cosa accade ogni giorno.