“La musica ha la scintilla dell’arte, quella scintilla impalpabile che si chiama ispirazione e che fa emozionare. Ma quando l’arte diventa un lavoro, diventa anche mercato“. Con questa riflessione, Albi Scotti ha aperto il talk “Il Marketing nella Musica: strategia o illusione?“, tenutosi sabato 22 febbraio al Polo Culturale Sant’Agostino di Ascoli Piceno. L’evento, parte del format “Epoca“, ha esplorato le dinamiche tra creatività artistica e strategie promozionali, fornendo spunti di interesse per artisti emergenti e professionisti del settore.
Scotti ha iniziato ponendo l’accento sul concetto di personal brand. “Il brand che un artista si costruisce è ciò che lo distingue e lo rende riconoscibile. Pensiamo all’ultimo Festival di Sanremo, ad esempio a Lucio Corsi o ad Achille Lauro: entrambi hanno creato un immaginario ben definito attorno alla loro figura. Possiamo farlo in modo più o meno vicino a ciò che siamo realmente, ma è comunque una costruzione necessaria”, ha spiegato.
Un tempo, il panorama musicale era meno affollato: “Negli anni ’60, chi riusciva ad emergere restava nel tempo. Oggi è il contrario: la quantità di musica prodotta è immensa e la competizione è altissima“. Di conseguenza, il marketing e il networking sono diventati strumenti essenziali per la carriera di un artista. Scotti ha raccontato la sua esperienza personale, sottolineando l’importanza di crearsi una rete di contatti: “a 20 anni volevo fare il DJ e per entrare nell’ambiente giravo i locali di Milano, cercando di capire chi poter intercettare. Così ho fatto amicizia con ragazzi da tutta Italia e abbiamo costruito una nostra piccola rete“.
Il talk ha toccato anche il tema del talento, spesso considerato l’unico elemento necessario per emergere. Scotti ha per certi versi sfatato questo mito: “una canzone può nascere in pochi minuti, ma poi serve capire come arrangiarla al meglio. Il talento è fatto di ispirazione, ma anche di perseveranza, disciplina e organizzazione“.
Un altro punto chiave dell’incontro è stato l’impatto dei social media sulla carriera di un artista. “Oggi la comunicazione è infinita: qualsiasi linguaggio è lecito, purché non scada nel ridicolo. Conta la reputazione“, ha osservato Scotti che ha poi sottolineato come la TV continui ad avere un ruolo importante nella legittimazione degli artisti, “i social ti rendono famoso per un secondo, poi si scrolla e non ci sei più. La televisione, invece, dà ancora una certa autorevolezza“.
L’evento ha suscitato grande interesse anche per la riflessione sull’influenza degli algoritmi nel panorama musicale attuale. “La tecnologia ha tolto l’avventura. Per andare bene su Spotify, una canzone deve avere una durata precisa, un ritornello che entra subito. In un certo senso, questo ha impoverito la musica, ma ha anche ampliato la scelta, con generi e proposte per tutti i gusti“.
Infine, Scotti ha condiviso alcuni errori comuni nella promozione musicale: “il primo errore è non avere originalità: copiare porta a durare poco. Poi c’è il rischio di fare cose che non ci interessano solo perché funzionano sul mercato. Infine, non bisogna sottovalutarsi: il coraggio di osare è fondamentale“.
La serata si è conclusa con un DJ set nel chiostro del Polo Culturale Sant’Agostino.