Friday 22 November, 2024
HomeLifestyleTemptation Island, torna il viaggio nei sentimenti che ci ricorda il potere unico del Trash italiano

Temptation Island torna a scaldare la prima serata di Canale 5. Un viaggio nei sentimenti e nel Trash italiano, genere longevo che riconferma la propria egemonia culturale

Il luogo è ormai familiare. C’è Filippo Bisciglia, l’inconfondibile sigla, le cristalline acque del sud della Sardegna e l’Is Morus Relais che torna ad essere, per alcune settimane, la seconda casa di fidanzati, tentatori e telespettatori, pronto a raccontare di cuori che si riuniscono o si dicono addio.

Anche quest’anno non manca nulla. Tra coppie longeve ma annoiate, tradimenti accettati ma non del tutto perdonati, opposti che si sono attratti e unioni che arrivano al fatidico bivio. Insomma, i partecipanti hanno portato sullo schermo le loro storie. Diverse tra loro ma, in un modo o nell’altro, simili a quanto vissuto dai telespettatori a casa che si rivedono in quei protagonisti di amori tormentati.

Tormentati sì, perché Temptation Island è pur sempre un viaggio dedicato a coppie che già qualche problema lo vivono prima di entrare al Relais e che, per superare le difficoltà, decidono di infliggere alla loro unione distanza e tentazioni.

Le tentazioni hanno il volto di venti single uomini e venti single donne che risiederanno insieme ai vari partners nei due villaggi separati a loro dedicati.

Tra tentatori e fidanzati, nascono momenti unici fatti di lunghe chiacchierate, feste, balli, brindisi, e tanta, tanta crema solare, spalmata accuratamente per evitare scottature, stelle guardate vicini per non sentire troppo freddo e massaggi rigeneranti. Piccoli ma intensi momenti di flirt, responsabili di profondi malumori nel partner che osserva tutto dall’altro villaggio.

La telecronaca di quanto accade nel programma si muove tra toni forzatamente seri, distaccata empatia ed un minimo di paradosso. È melodramma unito all’assurdo. Eppure, il programma anche ieri sera è stato seguito da 3.558.000 di telespettatori (con il 26,14% di share), riconfermando, anche quest’anno, il potere che il “trash” continua ad avere sugli italiani.

Il “trash” italiano, la fortuna di un genere che consacra frivolezza e sentimentalismo

Trash“, come noto, si traduce in italiano con “spazzatura“. Fa la sua comparsa nel mondo cinematografico degli anni Sessanta con l’uscita del film Trash di Andy Warhol. La storia raccontata dal film statunitense incentrata sulla strana quotidianità di due tossici a New York, viene riproposta in Italia da Pier Paolo Pasolini che, per mantenere l’effetto appunto Trash ingaggia doppiatori e attori senza alcuna esperienza.

Sin da subito dunque, il termine si lega a prodotti percepiti come di basso valore culturale e artistico. Ma sarà la televisione generalista degli anni Ottanta a consacrare le caratteristiche del genere arrivate fino ad oggi.

La televisione ed i programmi Fininvest dettano le regole “trash” dell’intrattenimento che dagli anni Duemila popolano in particolare Canale 5. Il Grande Fratello e Uomini e donne sono la porta di accesso attraverso la quale personaggi comuni entrano all’interno dello schermo. Non ci sono più i grandi divi di Hollywood a fare da esempio, ma divi quotidiani, comuni, che si presentano al mondo con le loro imperfezioni, i loro dialetti, i loro drammi e le loro gioie quotidiane, mentre i telespettatori si rispecchiano, ed hanno l’impressione di conoscerli.

Temptation Island è uno dei programmi “trash” per eccellenza proposti al momento dall’offerta televisiva italiana. Lo si guarda alla ricerca di spensieratezza. Il “trash” è una parentesi frivola nell’affannata vita quotidiana. Non richiede particolare impegno. La narrazione è lenta, i problemi proposti semplici e comprensibili. Per qualche ora, i telespettatori rivendicano il diritto di pensare all’Amore con la A maiuscola. Commentano i personaggi e la vita nel Relais, tifano per le coppie più simpatiche o scongiurano ricongiungimenti.

Ovviamente, il giorno dopo ma già nel corso della puntata, il mondo Temptation Island popola anche i social network. Gli amici televisivi diventano meme, contenuti ormai fondamentali per la comunicazione attuale. Espressioni e battute vengono condivise e legate a situazioni esterne al programma.

Dalla platea televisiva, le scene “a basso contenuto culturale” moltiplicano i loro destinatari. Rimangono in tendenza per la durata del programma poi, con l’irruenza con cui hanno calcato la scena, scompaiono, lasciando il posto ai personaggi del prossimo programma.

È l’egemonia culturale del “trash“. Da più di cinquant’anni, ever green della cultura popolare italiana.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio. L'idea di fondare Capocronaca, insieme a Cristina, nasce all'inizio del 2023. Nelle sue fondamenta, la volontà di dare ai lettori una voce nuova da ascoltare e scoprire insieme a loro, cosa accade ogni giorno.