Thursday 9 May, 2024
HomeItaliaAttualità ItaliaLevi’s trascina Cucinelli in tribunale

Per il colosso americano dei jeans, l’imprenditore umbro, re del cachemire, sarebbe colpevole di aver copiato l’etichetta

L’azienda di moda italiana Cucinelli ha ricevuto dal colosso americano del jeans, Levi’s Strauss, una citazione in tribunale per una presunta violazione del marchio.

L’azienda americana che ha appena festeggiato 150 anni di attività, la madre del jeans, sostiene infatti che “malgrado i ripetuti tentativi di risolvere la questione senza adire le vie legali” l’azienda umbra “si è rifiutata di impegnarsi a cessare l’uso dell’etichetta Brunello Cucinelli, e ora continua a promuovere e vendere questi capi di abbigliamento controversi“.

Il tribunale federale di San Francisco è chiamato a valutare se vi sia violazione del marchio per l’etichetta usata da Cucinelli, che ricorda quella dei jeans Levi’s. L’etichetta rossa per intenderci, lo storico contrassegno che distingue da 150 anni il jeans americano.

La risposta dell’imprenditore umbro non si è fatta attendere. Cucinelli sostiene che “la decorazione usata si presenta come diversa per design e scopo e appare evidente che non si tratta di un marchio, ma di un abbellimento ornamentale“. Non vi sarebbe alcuna violazione secondo i legali di Cucinelli, poiché l’etichetta italiana si distinguerebbe da quella americana “per lunghezza, forma e posizione diverse sui vari capi – peraltro in numero limitato – su cui sono stati apposti e non incorporano mai il logo o il nostro brand“.

In risposta alle accuse ricevute, Cucinelli sostiene invero di aver spesso completato i propri outfit con il jeans Levi’s, “a riconferma della grande ammirazione sempre avuta per questo brand iconico ed intramontabile. La nostra intenzione non è mai stata, né lo sarà mai, quella di sfruttare o violare i marchi o le idee altrui. Comprendiamo il valore della proprietà intellettuale e rispettiamo l’unicità di ogni marchio sul mercato. Pur prendendo atto delle preoccupazioni sollevate, crediamo che non vi sia alcun rischio di confusione per nessun cliente nel mondo.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.