Wednesday 31 December, 2025
HomeLifestyleCapodanno, dal salto delle onde al rosso indossato per richiamare fortuna

Quando il calendario cambia, il mondo intero sembra fermarsi un attimo per chiedere alla fortuna di farsi sentire. Tra superstizioni, gesti simbolici e rituali antichi, ogni Paese ha il suo modo di salutare l’anno che finisce e dare il benvenuto a quello nuovo. Dal salto delle onde in Brasile alla rottura dei melograni in Grecia, i rituali di Capodanno sono un modo per lasciare alle spalle ciò che è passato e attrarre ciò che verrà.

Tradizioni e rituali portafortuna nel mondo

In Spagna e in molte zone dell’America Latina, alla mezzanotte si mangiano dodici chicchi d’uva, uno per ogni rintocco dell’orologio. Ogni boccone rappresenta un mese dell’anno: più si riesce a inghiottirli in tempo, maggiore sarà la fortuna. Sulle spiagge di Rio de Janeiro, invece, si indossa il bianco come simbolo di pace e si saltano sette onde, esprimendo un desiderio per ognuna, un rito collettivo che trasforma la spiaggia in un palcoscenico di speranza e buon auspicio.

In Grecia un melograno viene fatto cadere davanti alla porta, spargendo semi rossi che promettono abbondanza e prosperità. Al contrario, in Danimarca i vecchi piatti vengono lanciati contro le porte degli amici e dei parenti: più piatti rotti, più felicità e fortuna nel nuovo anno. E chi vuole fare le cose in grande può saltare da sedie o mobili, come per “scavalcare” le negatività dell’anno passato.

La tradizione del first-footing in Scozia e in alcune zone del Regno Unito prevede che la prima persona che entra in casa dopo mezzanotte porti regali simbolici, come sale, carbone o pane, per assicurare prosperità e buona sorte. Nelle Filippine, invece, la fortuna si misura con la forma: frutti e abiti a pois punteggiano la notte, richiamando ricchezza e abbondanza attraverso cerchi perfetti, simbolo di continuità e armonia.

Altri rituali curiosi si trovano in Russia, dove si scrive un desiderio su un foglio, lo si brucia e si versa nel bicchiere di spumante, che viene bevuto prima della mezzanotte per “inghiottire” la fortuna. A Cuba, Portorico e Uruguay, un secchio d’acqua viene gettato fuori dalla porta per purificare la casa e lasciare entrare energie positive. E in Giappone, la purificazione è collettiva: le campane dei templi suonano 108 volte, spazzando via desideri peccaminosi e aprendo le porte a un anno nuovo più leggero e consapevole.

Il rosso a Capodanno: la tradizione italiana

In Italia, uno dei rituali più diffusi riguarda il colore rosso, in particolare la biancheria intima. Questa tradizione ha radici antiche e un legame con l’epoca dell’Imperatore Augusto, quando il rosso era considerato un colore di vitalità, forza e prosperità. All’inizio dell’anno, infatti, si indossavano tessuti rossi per invocare energia positiva e buona sorte, proteggendosi dalle sventure e dai malefici.

Durante il Medioevo, il rosso continuò a essere associato alla protezione: si pensava che avesse il potere di scacciare gli spiriti maligni e di attrarre fortuna in amore e lavoro. Col tempo, la tradizione si è evoluta nella consuetudine moderna di indossare biancheria rossa a Capodanno, preferibilmente nuova e, secondo la credenza popolare, ricevuta in regalo: il dono rappresenta un gesto di buon auspicio, come se la fortuna venisse trasferita da chi regala a chi riceve.

In questo piccolo rituale, il rosso diventa un portafortuna concreto: passione, amore, energia e prosperità sono gli auspici che gli italiani affidano a questo gesto semplice ma simbolico. Un modo per iniziare l’anno con positività, entusiasmo e speranza, mantenendo viva una tradizione che collega superstizione, storia e vita quotidiana.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio. L'idea di fondare Capocronaca, insieme a Cristina, nasce all'inizio del 2023. Nelle sue fondamenta, la volontà di dare ai lettori una voce nuova da ascoltare e scoprire insieme a loro, cosa accade ogni giorno.