Friday 26 April, 2024
HomeItaliaAttualità ItaliaVerona, cinque poliziotti arrestati per tortura

Un ispettore e quattro agenti finiti ai domiciliari perché accusati di tortura, lesioni aggravate, peculato, rifiuto ed omissione di atti di ufficio e falso ideologico in atto pubblico. Il gip: “Hanno usato una persona sottoposta a fermo come uno straccio per pulire il pavimento”

Cinque poliziotti sono stati arrestati a Verona. Le accuse sono quelle di tortura, lesioni aggravate, peculato, rifiuto e omissione di atti in ufficio e falso ideologico in atto pubblico. I cinque sono finiti ai domiciliari. Ma andiamo a ricostruire i fatti.

Secondo le accuse, gli agenti avrebbero in diverse occasioni picchiato persone fermate per strade nel corso dei loro controlli, per poi andare a truccare i verbali in modo tale da allontanare responsabilità e sospetti. Non si tratta purtroppo di un caso isolato, oltre ai cinque sottoposti a fermo, ci sarebbero una decina di poliziotti indagati.

Lo dimostra il trasferimento – alcuni per non aver impedito le violenze – nelle settimane scorse di circa una ventina di agenti per rilievi di natura penale e disciplinare. In uno dei casi di violenza che hanno portato agli arresti, due poliziotti sono accusati non solo di aver picchiato una persona sottoposta a fermo di identificazione, ma anche di averla costretto a urinare nella stanza fermati.

E’ quanto scritto e dichiarato dal gip di Verona nell’ordinanza nei confronti degli agenti indagati, sottolineando che gli stessi l’hanno poi spinta in un angolo facendolo cadere a terra e usandola “come uno straccio per pulire il pavimento“.

Ancora il gip di Verona, Livia Magri, nell’ordinanza di custodia cautelare, ha aggiunto: “E’ innegabile che tutti gli indagati, con le condotte descritte abbiano tradito la propria funzione, comprimendo i diritti e le libertà di soggetti sottoposti alla loro autorità offendendone la stessa dignità di persone creando essi stessi disordine e compromettendo la pubblica sicurezza, commettendo reati piuttosto che prevenirli“.

Il capo della polizia, Vittorio Pisano, ha commentato così l’accaduto: “Affrontiamo questo caso con dignità e compostezza. Ringrazio la procura della Repubblica di Verona per la fiducia accordata alla Polizia di Stato nel delegare alla locale Squadra Mobile le indagini riguardanti gli operatori appartenenti alla stessa questura”. E ancora: “La levatura morale della nostra amministrazione ci consente di affrontare questo momento con la dignità e la compostezza di sempre“.

Anche dal mondo politico si alza la voce. Su questi fatti, diverse le figure istituzionali che si sono espresse. La senatrice Avs, Ilaria Cucchi, la quale ritiene che sia “necessario introdurre il codice identificativo e le bodycam per il personale delle forze di polizia“. Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha definito l’accaduto come “una storia preoccupante“, augurandosi “che il giudizio cancelli questa accusa“. Mentre, Flavio Tosi, deputato di Forza Italia ed ex sindaco di Verona, ha voluto sottolineare che “prima di dare un giudizio è corretto accertare i fatti e le singole posizioni degli agenti“.

Certo, giudizi ed espressioni contrastanti, macchiate ed influenzate un po’ dai colori politici, ma una cosa è certa: non è il primo episodio di abuso di potere da parte di colore che la violenza dovrebbero impedirla, invece di applicarla. Un abuso di potere da uomini in divisa che dovrebbero salvaguardare la sicurezza dei cittadini.

L’episodio della donna trans a Milano, il ragazzo picchiato nel Livornese, la morte di Stefano Cucchi, fino ad arrivare agli avvenimenti di oggi a Verona. Non devono essere episodi isolati, ma legati tutti da una terribile trama che necessita di rivisitare l’operato delle forze dell’ordine. Naturalmente non facciamo di tutta l’erba un fascio, ma chi in divisa non può e non deve abusare del suo “potere”.

Autore

Andrea Bocchini

Classe ’98. Laureato in Comunicazione giornalistica, pubblica e d’impresa a Bologna. La mia più grande passione, il giornalismo. Scrivere, leggere e viaggiare i miei più grandi interessi. Il mio amore musicale, Fabrizio de Andre, il mio motto: “Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria”.