Gravi danni dell’ultima scossa del 9 marzo, centinaia gli sfollati dai piccoli borghi vicino Perugia
C’è chi ha perso casa e attività, le scuole sono chiuse così come i luoghi di culto. La scossa di terremoto che ha colpito l’Umbria il 9 marzo scorso ha lasciato segni sul territorio con cui oggi la popolazione umbra deve fare i conti: scuole chiuse, chiese, negozi, tantissime abitazioni nei centri storici di piccole frazioni come Pierantonio e Sant’Orfeto, che si trovano nella zona dell’epicentro della scossa, non sono più agibili.
Protezione civile, vigili del fuoco, la macchina dei soccorsi si è attivata soprattutto per procedere ai sopralluoghi, che hanno di fatto lasciato poche speranze per moltissimi edifici. Sono centinaia le persone sfollate dalle proprie abitazioni nei piccoli centri storici umbri.
Lo stato di emergenza
La Giunta della regione Umbria nella seduta di lunedì 13 marzo, ha deliberato una serie di attività per inoltrare la richiesta dello stato di emergenza: il rischio è che i borghi come Pierantonio diventino paesi fantasma. Anche la stazione ferroviaria è attualmente chiusa.
Gli interventi ed i sopralluoghi
Ad oggi si contano oltre 400 verifiche compiute dai vigili del fuoco che si aggiungono a quelle fatte nelle prime ore successive al sisma dalla protezione civile. Dopo il primo accertamento di oltre 100 sfollati, si teme il numero reale possa salire a 500. Quasi il 90% degli edifici di Pierantonio risulta inagibile.