Agli occhi dei giovani diplomati che scelgono di proseguire il percorso di studi ancora per qualche anno, la prospettiva di uno stipendio più vantaggioso – rispetto a quanti, all’opposto, decidono di gettarsi a capofitto nel mondo del lavoro senza imboccare la strada dell’università – è indiscutibilmente allettante. Laurea triennale, specialistica e master, secondo la logica degli universitari, implicherebbero una promessa di condizioni economiche agiate e guadagni superiori alla norma. Ma la teoria, come spesso accade, è ben distante dalla pratica che arriviamo a toccare con mano nella quotidianità di tutti i giorni.
Una ricerca condotta dal Centro Studi ImpresaLavoro e basata sui dati dell’Istat contribuisce a smentire la visione idilliaca degli studi universitari. Non sempre possedere la laurea è davvero conveniente, specie se ci si ritrova ad intraprendere una carriera professionale in determinate regioni italiane in cui il divario tra laureati e non, come evidenziano le statistiche, non è poi così accentuato come ci si augurerebbe che fosse.
Ovviamente, tra i titoli di studio che il sistema istruttivo italiano permette di conseguire, quello maggiormente redditizio in termini economici è sicuramente il diploma di laurea. A sorprendere, tuttavia, è proprio il fatto che lo stipendio lordo riconosciuto ad un laureato è di poco superiore a quello che, in parallelo, viene garantito a coloro che possiedono esclusivamente la licenza media, o il diploma di scuola secondaria superiore. Nello specifico, si parla di 14,57€ lordi all’ora per il laureato, contro i 13,06€ riconosciuti al diplomato e gli 11,11€ che, in media, spettano a chi possiede la licenza media.
Cosa ci suggeriscono questi dati? Banalmente, che il possesso della laurea incide di pochissimo rispetto alla paga che un laureato qualsiasi riscuote a fine mese. Lo scenario che ci si para davanti è avvilente e scoraggiante: appena 3,46€ lordi in più all’ora per il laureato rispetto a chi ha interrotto gli studi in corrispondenza della terza media, e solamente 1,51€ in più rispetto ai diplomati.
Analizzando le casistiche delle singole regioni italiane, i dati dell’Istat prospettano una situazione addirittura più tragica. È la Puglia, nello specifico, la regione presso cui il gap tra laurea e licenza elementare, in termini di stipendio, è ai minimi storici; chi possiede la laurea, infatti, guadagna a malapena 1,89€ lordi in più.
Il panorama non appare affatto migliore se, in merito al divario tra laureati e non, si prendono in esame altre regioni della Penisola quali Molise (+1,54€), Marche (+1,61€), Sardegna (+1,65€) e Basilicata (+1,15). All’opposto, la regione in cui questa differenza tra titoli di studio viene maggiormente valorizzata è proprio la Lombardia, dove un laureato, in media, guadagna 5,33€ lordi in più rispetto a chi possiede solamente la licenza elementare o media.
In ultimo, il gender pay gap (divario salariale tra uomini e donne) non manca di sottoporci uno scenario preoccupante. In Italia, a parità di posizione lavorativa ricoperta, gli uomini guadagnano infatti 0,87€ lordi in più all’ora rispetto alle donne.
Come fare, dunque, affinché titoli di studio quali la laurea o il master vengano valorizzati in termini di stipendio? Questa la domanda che dovrebbe porsi un Governo che dichiari di credere nell’istruzione e nei vantaggi che quest’ultima, in un sistema realmente funzionante, dovrebbe permettere di conseguire.