Wednesday 1 October, 2025
HomeItaliaRuanda 2025, trionfo di Pogacar e tre medaglie per l’Italia

Oro di Lorenzo Mark Finn tra gli U23, argento di Chantal Pegolo tra le juniores e bronzo di Federica Venturelli nella cronometro U23

Si sono conclusi i Campionati del Mondo su Strada Ruanda 2025, un’edizione che resterà negli annali per l’impresa solitaria di Tadej Pogacar nella prova Élite maschile e per il bottino di tre medaglie conquistate dalla Nazionale italiana.

Pogacar nella storia: assolo mondiale in Ruanda

La prova in linea Élite maschile ha incoronato un immenso Tadej Pogacar. Lo sloveno, mantenendo fede ai pronostici, ha conquistato il suo secondo titolo mondiale a Kigali con un’azione di forza che entra di diritto nella storia del ciclismo. Pogacar ha letteralmente fatto esplodere la corsa a oltre 100 chilometri dal traguardo, prima in compagnia del messicano Del Toro e poi, a 66 km dalla conclusione, in un assolo inarrestabile.

Alle sue spalle, il duello stellare con il rivale belga Remco Evenepoel ha caratterizzato la giornata, ma quest’ultimo è stato attardato prima da un attacco sulla salita più dura e poi da problemi meccanici. Il terzo gradino del podio, la “corsa degli umani” come è stata definita, è andato all’irlandese Ben Healy.

L’impegno di Ciccone: sesto al mondo

L’Italia si è affidata a Giulio Ciccone, l’unico azzurro a resistere nelle posizioni di vertice, chiudendo con un onorevole sesto posto a 6’47” dal vincitore. “Oggi ho perso 15 anni di vita in sole 6 ore: una delle giornate in bici più dure di sempre, una sofferenza atroce,” ha commentato Ciccone, evidenziando la difficoltà estrema della gara, aggravata dal clima.

Nonostante la fatica e un errore di valutazione nell’inseguire Evenepoel in pianura, Ciccone si è detto soddisfatto: “Abbiamo dato tutto quello che potevamo dare. Forse una Top 5 avrebbe avuto un sapore diverso, ma non ho rimpianti.”

Il CT all’esordio mondiale, Marco Villa, ha sottolineato il valore del risultato: “Siamo soddisfatti… In gare come questa, anche la minima differenza viene esasperata… Se Remco ha perso 2 minuti e Ciccone ha chiuso sesto, significa che il risultato vale davvero.” Villa ha anche ammesso l’evidenza: “Tutti i big ci hanno confermato che Pogacar ha un altro ritmo e forse conviene non seguirlo. È fortissimo.”

Il bilancio azzurro: un oro che brilla insieme ad argento e bronzo

Nonostante l’esito della gara Élite, il bilancio complessivo per l’Italia è nettamente positivo. La Nazionale torna a casa con tre medaglie e si piazza al settimo posto nel medagliere.

Il presidente della FCI, Cordiano Dagnoni, ha espresso soddisfazione: “Torniamo a casa con un oro, tre medaglie e una serie di quarti posti dolorosi.”

Il metallo più pregiato è arrivato grazie all’impresa di Lorenzo Mark Finn nella categoria U23, una vera “perla” che ha reso felici tutti gli italiani. A questo successo si aggiungono l’argento di Chantal Pegolo tra le juniores e il bronzo di Federica Venturelli nella cronometro U23.

A completare il quadro positivo, anche se non contribuiscono al medagliere, ci sono i “dolorosi” quarti posti: quello di Finn nella cronometro, del Mixed Team Relay e di Eleonora Ciabocco nella prova in linea U23.

Il Mondiale in Ruanda, caratterizzato da altimetria e condizioni climatiche estreme, ha messo a dura prova tutti gli atleti, ma ha regalato all’Italia un futuro promettente e, nel presente, il ricordo di un’impresa leggendaria di un campione di nome Tadej Pogacar.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.