La leggenda del calcio era ricoverata all’ospedale della città che lo aveva adottato nel 1963
Lo avevano soprannominato “Rombo di Tuono”, per la potenza del suo mancino, uno di quei giocatori passati dai prati dei campi sportivi, alla schiera dei miti dello sport, dopo aver abbandonato l’attività sportiva.
Però Gigi Riva se n’è andato a 79 anni, quasi in punta di piedi, con quella discrezione, quel suo modo di non restare sotto i riflettori, come aveva scelto di fare da quando aveva appeso le scarpette al chiodo.
Ricoverato all’ospedale della città che lo aveva adottato nel 1963, alla quale aveva regalato uno scudetto, se n’è andato nel giro di poche ore. Le sue condizioni erano tali che sarebbe stato necessario un intervento, aveva chiesto tempo per pensarci e il tempo perduto lo ha tradito.
Proprio come un tempo supplementare che poteva esserci e non c’è stato.
Ripercorrere la sua carriera, sin dai tempi dell’oratorio di Leggiuno, dove aveva cominciato a giocare, fino al ritiro, non è facile.
Per lui, per la Sardegna, per il calcio Italiano, sarebbe un libro con tanti capitoli, scritti soprattutto con quel potente calcio di sinistro, figlio di una mano, che fu costretto a non usare più, per passare alla destra, come si usava a quei tempi. “La sinistra è la mano del diavolo, dicevano i superstiziosi”, ma quel piede sinistro ha fatto innamorare un po’ tutti, anche per i tanti gol segnati in maglia azzurra, 35, record tuttora imbattuto.
Gigi Riva nella stagione 1969/70 è stato il principale artefice dell’unico, irripetibile scudetto vinto dal Cagliari; avrebbe meritato di più, un mondiale, una coppa dei campioni, ma probabilmente a lui era stato bene così.
Il vero diamante della sua carriera era stato proprio quello scudetto, regalato alla terra che lo aveva adottato, la sua terra, per amore della quale aveva rifiutato qualsiasi offerta, da parte di club più importanti del Cagliari.
La camera ardente sarà allestita oggi, martedì, presso l’Ospedale Brotzu, i funerali si dovrebbero svolgere domani, mercoledì 24 gennaio.