Saturday 27 April, 2024
HomeItaliaCultura ItaliaAll’abbazia dei Santi Felice e Mauro, la mostra “Alcheologia fenomenica” dedicata all’acqua

“Alchimia”, “Archeologia” e “acqua” in un’unica mostra. Dal 10 al 24 settembre, le opere di Claudio Fazzini, Claudio Pantana, Sandro Bartolacci e Monica Rafaeli in Val di Narco

Archeologia” ed “alchimia” unite in una sola anima che si “mostra” allo spettatore. Una particolare esperienza artistica che sarà ospitata dal 10 al 24 settembre dalla suggestiva Abbazia dei Santi Felice e Mauro, in Val di Narco (PG).

Con il titolo “Alcheologia Fenomenica“, la mostra riunisce le opere degli artisti Sandro Bartolacci, Claudio Fazzini, Claudio Pantana e Monica Rafaeli, curata da Loredana Bucchi dell’Associazione Aurora e dall’Associazione Don Quijote. Sarà inaugurata domenica 10 settembre, alle ore 19.00.

Si tratta del terzo capitolo di un’esposizione itinerante che, di volta in volta, sceglie un luogo legato ad uno dei quattro elementi alchemici, Terra, Aria, Acqua e Fuoco. In questo caso, l’Abbazia dei Santi Felice e Mauro porta l’elemento dell’acqua nel cuore. Al suo interno, si trova infatti una sorgente naturale che sgorga tra le pietre della struttura. La tradizione la lega al culto terapeutico dell’acqua di San Felice con le donne del luogo che erano solite attingervi per proteggere i loro bambini dalle malattie della pelle.

Per questo all’Abbazia è stato destinato proprio il Capitolo blu dell’esposizione. Ma come si legano all’acqua “l’alchimia“, “l’archeologia” e quanto gravita intorno al concetto filosofico di “fenomenico“? A spiegare il percorso espositivo ed il lavoro svolto dagli artisti alla ricerca di una risposta è il testo critico di Lorenzo Fiorucci.

Se “Alcheologia” – scrive – è l’unione dei termini Alchimia e Archeologia, e sta a dichiarare l’interesse degli artisti qui coinvolti per il recupero dei principi alchemici sedimentati nel tempo, il
termine fenomenica pone un problema di referenza“, sulla scia di Hegel, Husserl, Heidegger e Merleau-Ponty, tra esperienza conoscitiva completa dello spirito che si rende manifesto ed un’esperienza conoscitiva personale e privata.

Poi, il tema dell’acquaintesa come elemento alchemico” svelato già a partire dalla scelta del luogo.

Il suo colore, il blu è generalmente associato alla memoria ma l’acqua è soprattutto simbolo mercuriale che unifica l’alto e il basso. I lavori degli artisti si muovono così in questa ottica, “ad iniziare dalla tassonomica classificazione di Sandro Bartolacci che appare coerente con la sua cifra linguistica volta a narrare visivamente i simboli e in questo caso i livelli quantitativi di liquido che scorrono in ipotetici contenitori pronti ad innescare reazioni alchemiche“.

Poi Claudio Fazziniche ricorre allo spaesamento linguistico, tecnica già impiegata dai surrealisti, per aumentare il livello di ambiguità tra ciò che si mostra e ciò che si dichiara essere“. Claudio Pantanamisura invece il potere chiarificatore dell’acqua, in relazione con gli altri elementi e con se stessa“.
Infine Monica Rafaeli che “rivela la fenomenologia della genesi, attraverso il valore simbolico dell’acqua come fonte generatrice e trasferimento mnemonico di esperienze attraverso vibrazioni sonore. L’artista offre metaforicamente l’immagine dell’immersione del feto nel liquido amniotico, svelando un’esperienza iniziatica che si ripete ad ogni concepimento“.

La forma stessa dell’utero materno nelle opere dell’artista, ricorda la metafora della “fontana” citando Duchamp, con la sorgente dove zampilla il mercurio ma anche la sorgente dell’Abbazia, che per questa mostra, si fa culla per le opere.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.