Monday 16 September, 2024
HomeItaliaCronaca ItaliaSmantellata rete della ‘ndragheta, rapporti diretti con amministrazioni e politica

L’attività investigativa sul versante ‘ndranghetistico, grazie anche a collaboratori di giustizia, la Banca d’Italia e attività in Germania, avviata nel 2018 ha scoperto rapporti politico/imprenditoriali incardinati a Papanice (KR), al cui vertice si pone la famiglia Megna

Grande lavoro di squadra del ROS che con il supporto dei Comandi Provinciali dei Carabinieri di Crotone, Cosenza, Catanzaro, Potenza, Parma, Brescia, Milano e Mantova e dello Squadrone Eliportato Calabria, ha eseguito il 27 giugno un’ordinanza cautelare emessa dal Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 43 indagati per associazione a delinquere.

A loro carico reati legati alle attività criminose mafiose di ogni tipo. Sono 43 le ordinanze di misure cautelari, almeno 10 gli avvisi di garanzia che mettono in luce rapporti diretti con la politica e le amministrazioni locali che dal 2014 con le attività di stampo mafioso.

I reati vanni dalla associazione di tipo mafioso (22 indagati), alla associazione per delinquere (9 indagati), truffe aggravate dalle finalità mafiose (3 indagati), turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, omicidio, trasferimento fraudolento di valori, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata liberà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, scambio elettorale politico mafioso, truffa aggravata. Tutto in diretto rapporti con la politica e le aministrazioni locali.

Dei 43 indagati, 22 sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere, 12 agli arresti domiciliari, 3 sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza, 4 sospensioni dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio (per la durata di anni 1) e 2 dal divieto temporaneo di contrattare con la P.A. (per la durata di anni 1).

Attività di indagine fino a Stoccarda

L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, diretta dal Procuratore dott. Nicola Gratteri, ha registrato l’importante contributo soprattutto per il filone politico amministrativo, da parte del Centro operativo di Catanzaro della Direzione investigativa antimafia e da parte del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro del Comando tutela dell’ambiente e della transizione ecologica dei Carabinieri e, per il filone relativo alla criminalità organizzata, da parte delle Squadre mobili di Crotone e Catanzaro.

La Procura di Catanzaro si è trovata a lavorare a stretto contatto anche con la Procura tedesca di Stoccarda. Le attività investigative, coordinate in ambito internazionale da Eurojust, sono state condotte in cooperazione con la Polizia Federale Tedesca – BKA e supportate da Interpolprogetto I-CAN, e da Europol.

La cosca dei Papaniciani a capo dell’organizzazione. L’omicidio Sarcone. Attività anche a Milano, Verona e Parma

Durante le indagini sono stati raccolti gravi indizi che hanno condotto fino al vertice della articolazione territoriale della ‘ndrangheta, nella persona di Domenico Megna ritenuto essere il mandante dell’omicidio di Salvatore Sarcone, commesso per riaffermare la propria supremazia all’indomani della sua scarcerazione.

Scoperti interessi illeciti degli esponenti mafiosi in vari settori commerciali dall’immobiliare, alla ristorazione, al commercio di prodotti ortofrutticoli e di bestiame, ai servizi di vigilanza – security e al gaming attraverso l’imposizione di video-poker alle sale scommesse con la loro gestione tramite prestanomi. Interessi che hanno travalicato i confini della Calabria, interessando le province di Parma, Milano e Verona ove erano stabilmente attivi sodali e imprenditori operanti nel settore dell’autotrasporto, della ristorazione e del movimento terra che operavano per conto della cosca dei “Papaniciani”.

I filoni delle indagini sulle attività commerciali e finanziare della ‘ndrangheta

Le indagini hanno portato alla luce il supporto di hacker tedeschi, che sarebbero riusciti a compiere operazioni bancarie e finanziarie fraudolente sia operando su piattaforme di trading clandestine, sia svuotando conti correnti esteri bloccati o creati ad hoc utilizzando carte di credito estere e alterando il funzionamento del POS.

Sul fronte politico amministrativo, il Raggruppamento ha poi svolto accertamenti, che hanno permesso la raccolta di gravi indizi di colpevolezza in ordine alla esistenza di un’associazione per delinquere, costituita da pubblici amministratori, imprenditori ed intermediari, alcuni dei quali in rapporti con la cosca dei “papaniciani: era per loro possibile condizionare le scelte degli Enti pubblici crotonesi (Comune, Provincia, A.T.E.R.P. e A.S.P.) su nomine di dirigenti, conferimento di incarichi professionali, appalti e affidamenti diretti.

In particolare a Crotone, dove veniva pilotata l’assunzione di personale nelle società partecipate CROTONE SVILUPPO e AKREA, e si riusciva a condizionare gli appalti pubblici e i procedimenti di affidamento diretto di lavori e di fornitura di servizi.

Le maggiori ingerenze, sempre a Crotone, riguardavano l’affidamento diretto di lavori di manutenzione e messa in sicurezza di strade provinciali e siti di interesse oggetto di riqualificazione ambientale. Sulla lista degli indagati sono finiti esponenti politici e amministratori pubblici.

Mentre per l’A.T.E.R.P. e l’A.S.P. le ingerenze riguardavano la nomina di figure apicali in grado di favorire gli interessi del sodalizio, condizionamenti della procedura di scelta di immobili da locare, di appalti e affidamenti diretti per la manutenzione di immobili e la fornitura di servizi.

Hanno partecipato alle operazioni, soprattutto per le notifiche degli avvisi di garanzia, le Squadre Mobili di Crotone e Catanzaro. Sul versante politico amministrativo, la indagine ha beneficiato del contributo altrettanto significativo, a livello investigativo, della Direzione investigativa antimafia, Centro operativo di Catanzaro.

Nel mirino degli inquirenti anche la Regione Calabria. Reati ambientali e gestione del trattamento dei rifiuti.

Importante anche l’attività del Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Catanzaro, il cui personale ha notificato informazioni di garanzia a carico di diversi indagati, per i reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, altri reati in materia ambientale, turbata libertà del procedimento di scelta del contrante e di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, nonché per reati in materia elettorale. Le attività di indagini per cui si procede riguardano la gestione del ciclo di trattamento dei RSU (Rifiuti Solidi Urbani) nella Regione Calabria.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.