“Sardegna” e “mafia“, un connubio che riporta la mente alle cronache della seconda metà del secolo scorso. Eppure, le indagini negli anni sono continuate, ponendo l’attenzione sulle attività illecite di presunti gruppi criminali dei quali farebbero parte personaggi di spicco del territorio, delle istituzioni e del mondo imprenditoriale dell’isola.
L’indagine “Dama“, iniziata nel 2020 è una di esse, conclusasi la scorsa settimana con l’arresto di 31 persone, indagate a vario titolo per associazione di tipo mafioso, associazione segreta, traffico di stupefacenti abuso d’ufficio, corruzione e peculato.
I soggetti erano parte di un gruppo, attivo nel territorio sardo, formato da persone con condanne pregresse per sequestro di persona ed esponenti del mondo delle professioni e delle istituzioni. Il connubio tra le parti avrebbe garantito l’accesso al sostegno del sodalizio, per ottenere presunti vantaggi di varia natura, e alla componente criminale di infiltrarsi e condizionare vasti settori della vita sociale dell’Isola, anche nei termini di un accesso privilegiato all’interno dell’amministrazione regionale.
In tale contesto, secondo l’ipotesi formulata, soggetti appartenenti al gruppo avrebbero variamente operato ponendosi in relazione di continuità con la cd. “Anonima Sequestri” di cui Graziano Mesina ed altri soggetti colpiti dalla misura cautelare erano fra i più noti esponenti.
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati ingenti somme di denaro in contanti, munizioni, oltre 130 kg di marijuana. Sono state inoltre denunciate in stato di libertà 4 persone per detenzione abusiva di armi, munizioni e sostanze stupefacenti.