Indagini partite dalla segnalazione di un parente del defunto, della presenza di una salma sconosciuta all’interno del tumulo del caro estinto nel cimitero comunale di Cittanova. Affari per oltre 4 milioni e mezzo di euro
I Carabinieri del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Tribunale di Palmi e richiesta dalla locale Procura della Repubblica. Il provvedimento ha coinvolto 16 indagati ritenuti, a vario titolo, coinvolti in operazioni illecite nascoste dietro la regolare gestione del cimitero comunale.
L’operazione, chiamata “Aeternum”, ha preso le mosse da una denuncia presentata ai Carabinieri della Stazione di Cittanova nel dicembre del 2018, quando un cittadino di quel comune si era accorto che, all’interno del tumulo di un proprio caro estinto, era stata abusivamente inserita una seconda salma.
La successiva attività d’indagine ha così permesso di ipotizzare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla “gestione in esclusiva” degli affari cimiteriali del Comune di Cittanova (RC).
Si ipotizza che al vertice dell’associazione ci siano 4 degli indagati: l’ex custode del cimitero di Cittanova, oggi in pensione, e tre imprenditori locali, amministratori di due imprese di onoranze funebri.
Secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, i quattro, oggi sottoposti alla custodia cautelare in carcere, avrebbero creato e gestito un sistema di “gestione parallela” rispetto a quello dell’ente locale. Sostituendosi a quest’ultimo, gli indagati avrebbero proceduto per anni ad estumulazioni non autorizzate, distruggendo o spostando in altri loculi le salme dei defunti, per far posto a nuove sepolture. In questo modo potevano gestire l’intero mercato funerario a discapito delle altre imprese funebri, e fare soldi in maniera illecita.
La rete criminale: le accuse in base alla ricostruzione anche a carico di medici dell’ASP di Reggio Calabria
I 4 indagati sono anche accusati di aver sottratto alle casse comunali le imposte versate dai cittadini per la tumulazione dei defunti, attraverso la complicità dell’ex custode, che avrebbe dovuto invece versarle nelle casse Comunali per i diritti cimiteriali, in quelle dell’ASP di Reggio Calabria per i diritti sanitari e in quelle Statali in relazione alla marca da bollo.
Ma gli indagati non avrebbero potuto fare tutto da soli. Infatti in base alle ricostruzioni fatte dagli inquirenti, le illecite estumulazioni e le manipolazioni delle salme sarebbero state coperte da false documentazioni prodotte da insospettabili medici legali dell’ASP Reggio Calabria – Servizio Igiene e Sanità Pubblica, che, chiamati a vigilare sulle estumulazioni o ad eseguire visite necroscopiche, erano pronti a sottoscriverne i verbali delle operazioni per come veniva loro dettato dagli appartenenti all’associazione.
I Carabinieri hanno anche scoperto che a volte i verbali venivano redatti senza la presenza del medico legale o altri funzionari. Tuttavia, nonostante la loro assenza alle operazioni, richiedevanoanche il rimborso chilometrico previsto dal servizio sanitario per le visite necroscopiche, in realtà mai effettuate. vPer 5 di loro, il GIP di Palmi ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Attività illecite anche per l’accaparramento di tre cappelle appartenenti a confraternite religiose. Coinvolto un parroco di una chiesa locale
Ma non è tutto. Risulta indagato anche l’ex parroco di tre confraternite sciolte nel 2007. Dalle indagini sarebbe emerso che grazie al suo aiuto, alcuni appartenenti all’associazione a delinquere si erano accaparrati le cappelle cimiteriali di queste confraternite sciolte. Grazie alle false attestazioni del parroco, gli indagati avevano avviato lavori di ristrutturazione, procedendo alla soppressione di oltre un migliaio di salme, per poter ricavare un diretto guadagno dalla “vendita” dei loculi, pagati anche 3.000 euro dai privati cittadini che, così facendo, aggiravano il regolamento mortuario, accorciando i termini amministrativi e decidendo dove seppellire i propri cari estinti.
Questa attività, già completata per le prime due cappelle, è stata bloccata dai Carabinieri, che hanno sorpreso gli indagati intenti a sgomberare i loculi della terza cappella.
Sottoposta a sequestro l’area del cimitero di Cittanova interessata dalle estumulazioni illegali. Il valore dei beni sottoposti a sequestro ammonterebbe a 4.500.000,00.
Da ultimo, al vaglio degli inquirenti restano le condotte di ulteriori 58 indagati i quali, a vario titolo, avrebbero preso parte alle condotte degli odierni arrestati, pur senza prendere parte all’associazione delittuosa contestata a quattro di questi ultimi.