Avviso di garanzia per i poliziotti di Brindisi: un atto dovuto che solleva interrogativi
Due poliziotti coinvolti nell’operazione di Brindisi che ha portato all’uccisione di un bandito, e che ha visto la tragica morte del Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie, hanno ricevuto un avviso di garanzia per omicidio colposo. La Procura ha specificato che si tratta di un atto dovuto, necessario per consentire agli agenti di partecipare al contraddittorio nell’ambito dell’accertamento tecnico irripetibile sull’autopsia del malvivente.
Nonostante la sua natura di “atto dovuto” dal punto di vista giudiziario, per gli agenti coinvolti questo avcirso assume purtroppo i contorni di un vero e proprio atto d’accusa, con pesanti ripercussioni sulla loro vita personale e professionale. Questi uomini, che hanno rischiato la propria vita per adempiere al dovere, come già accaduto per il Brigadiere Legrottaglie, si trovano ora ad affrontare ingenti spese legali, la necessità di nominare consulenti tecnici e il blocco degli avanzamenti di grado.
A ciò si aggiunge il rischio concreto della gogna mediatica, alimentata da una (fortunatamente esigua) parte dell’opinione pubblica pronta a tacciare di “assassini” coloro che hanno semplicemente svolto il proprio lavoro. Un copione già visto, come nel caso dei carabinieri coinvolti nella vicenda Ramy, ingiustamente accusati.
La Proposta del SIM Carabinieri: Verso una Nuova Figura Processuale
Di fronte a questa situazione, il SIM Carabinieri lancia un appello al Governo e al Parlamento, chiedendo di dare seguito alle discussioni già emerse per modificare l’attuale sistema normativo. L’obiettivo è introdurre una nuova “veste processuale” che si ponga a metà strada tra la persona informata sui fatti e l’indagato: la figura del soggetto “indagabile” ma non ancora “indagato”.
Questa figura ibrida garantirebbe alla persona informata sui fatti – e per la quale non emerga alcuna responsabilità penale – la possibilità di partecipare comunque agli accertamenti garantiti, evitando che un’iniziale assenza di responsabilità possa essere successivamente rilevata dall’esito di tali accertamenti. Si tratterebbe di un istituto giuridico fondamentale per superare il paradosso attuale che vede uomini in divisa, rei solo di aver compiuto il proprio dovere, finire sul banco degli imputati e nel tritacarne mediatico.
La pproposta viene dal SIM Carabinieri, attraverso il proprio Dipartimento Affari Giuridici, che si dichiara pubblicamente a disposizione delle istituzioni per avviare qualsiasi confronto necessario al raggiungimento di questo cruciale obiettivo