Pesaro – La giustizia ha messo la parola fine sull’omicidio di Marcello Bruzzese, avvenuto a Pesaro la sera di Natale del 2018. La Corte Suprema di Cassazione, con una sentenza del 12 settembre, ha confermato integralmente la condanna all’ergastolo per Michelangelo Tripodi e Francesco Candiloro, rendendo definitiva la pena per i due esecutori materiali del delitto.
La vendetta trasversale della ‘ndrangheta
L’omicidio di Bruzzese è stato riconosciuto dalla Suprema Corte come un agguato di matrice mafiosa, maturato come atto di “vendetta trasversale” nei confronti del fratello della vittima, Girolamo Biagio Bruzzese, noto collaboratore di giustizia. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona e dalla Direzione Nazionale Antimafia, hanno permesso di ricostruire la dinamica di questo efferato crimine.
La responsabilità degli imputati era già stata accertata in precedenza, prima dal GUP del Tribunale di Ancona e poi dalla Corte di Assise di Appello, che aveva già confermato la condanna.
Il ruolo cruciale dei Carabinieri del ROS
Il testo elogia l’operato dei Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) di Ancona, che hanno condotto indagini di “straordinaria difficoltà” con professionalità e dedizione, riuscendo a identificare rapidamente gli autori di un omicidio che ha scosso profondamente la comunità pesarese.
Con questa sentenza, si chiude un capitolo giudiziario complesso, che conferma la necessità di un’azione costante e decisa contro le infiltrazioni mafiose nel territorio.