Friday 22 November, 2024
HomeItaliaCronaca ItaliaCattura di Messina Denaro, altre tre persone coinvolte

Avrebbero aiutato il boss della mafia nell’accesso alle strutture sanitarie di Mazara del Vallo e Trapani e negli spostamenti in auto e motorino

Sono finiti in carcere a seguito di un’ordinana del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, tre nuovi indagati legati al caso della cattura di Messina Denaro. SI tratta di Massimo Gentile, Cosimo Leone e Leonardo Salvatore Gulotta.

Ad effettuare le operazioni il ROS, con il supporto in fase esecutiva dei comandi provinciali carabinieri di Trapani, Milano e Monza Brianza, il 27 marzo.

Il quadro indiziario pone in capo ai tre uomini un ruolo strategico per aiutare la fuga del boss mafioso Messina Denaro, ma anche una mano a svolgere il suo ruolo di capo nelle attività mafiose fuori dal luogo dove si è nascosto per 30 anni.

Gentile avrebbe, secondo la ricostruzione dei Carabinieri e della Procura, prestato la propria identità a Messina Denaro per l’acquisto di un’autovettura e di un motociclo, per sottoscrivere le relative polizze assicurative, compiere operazioni bancarie ed eludere i controlli delle forze dell’ordine. In questo modo ha garantito a Denaro gli spostamenti sul territorio mentre era latitante.

Anche Leone avrebbe avuto un ruolo importante per aiutare Messina Denaro soprattutto dopo la scoperta della malattia oncologica, mettendo a disposizione le proprie competenze tecnico mediche – è tecnico radiologo dell’ospedale di Mazara del Vallo dove Denaro si curava – ma anche con le relazioni personali e la possibilità di movimento all’interno di strutture sanitarie senza farsi scoprire, fino all’ospedale di Trapani dove si recava per le visite oncologiche. Durante la degenza in ospedale, Messina Denaro avrebbe anche ricevuto per suo tramite un cellulare con una scheda riservata, con la complicità di Andrea Bonafede.

Infine, è finito agli arresti anche Gulotta. Avrebbe fornito a Messina Denaro una utenza telefonica dal 2007 al 2017. In questo modo gli ha consentito spostamenti sicuri durante la latitanza.

L’operazione di oggi costituisce la prosecuzione dell’indagine che il 16 gennaio 2023 ha permesso al ROS di catturare a Palermo l’allora latitante Matteo Messina Denaro e di arrestare il suo accompagnatore Giovanni Salvatore Luppino.

Dopo la cattura di Denaro, fu possibile risalire ad Andrea Bonafede, il 23 gennaio 2023, accusato di partecipazione ad associazione mafiosa. Il 7 febbraio il medico Alfonso Tumbarello, responsabile insieme a Bonafede di associazione mafiosa e falso ideologico aggravato. Il 3 marzo è stata la volta della sorella di Matteo, Rosalia, anch’ella per associazione mafiosa.

Nel mirino del ROS anche Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Ninfa Lanceri, per inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose. Stessa sorte per Laura Bonafede, e la figlia Martina Gentile. Infine il 13 febbraio 2024 sono stati accusati di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena con l’aggravante mafiosa, i fratelli Antonino e Vincenzo Luppino, figli di Giovanni Salvatore.

Sono attualmente in corso delle perquisizioni nella provincia di Trapani e in Lombardia.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.