Una decisione sconsiderata, probabilmente commessa per negligenza, disattenzione, o peggio ancora per il timore di perdere il posto di lavoro, è costata la vita alle 43 persone che, attorno alle ore 11:36 del 14 agosto 2018, ebbero la sfortuna di trovarsi coinvolte nella tragedia del Ponte Morandi: 250 metri di struttura improvvisamente collassati, trascinandosi dietro il pilone di sostegno numero 9.
A distanza di quasi cinque anni da quel drammatico avvenimento spuntano nuovi, macabri dettagli in merito alla sicurezza del ponte, e alla possibilità che il crollo potesse essere in qualche modo previsto (e dunque evitato) dalle autorità competenti. È stato Gianni Mion, ex amministratore delegato di Edizione Holding (di proprietà della famiglia Benetton) a rilasciare una dichiarazione che potrebbe cambiare radicalmente le carte in tavola.
Crollo Ponte Morandi: le parole di Gianni Mion
La confessione rilasciata da Mion davanti ai giudici lascia letteralmente senza fiato. “Emerse che il ponte aveva un difetto originario di progettazione e che rischiava di crollare” – ha riferito con voce sommessa l’ex ceo di Edizione Holding, in riferimento ad una riunione svoltasi nel 2010 – “Chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo (direttore generale di Aspi) mi rispose che l’avremmo autocertificata”.
Parole che l’ex amministratore delegato della holding controllata da Benetton ha pronunciato con i segni della mortificazione stampati in volto: “Non ho fatto nulla, è questo il mio grande rammarico. Di certo non pensavamo che sarebbe crollato”.
Per il cedimento del Ponte Morandi è attualmente indagato Riccardo Rigacci, ex direttore del Primo tronco di Autostrade, assieme ad altre 58 persone responsabili della sicurezza e dei controlli alla struttura.
Immediata la reazione del Comitato ricordo vittime del Ponte Morandi, composto da familiari, amici e parenti delle 43 persone che persero la vita all’epoca della tragedia. “Una persona con il suo ruolo non poteva stare zitta” – così si è espressa Egle Possetti, presidente del Comitato – “Le sue parole confermano quanto fosse approfondita la conoscenza dello Stato del ponte”.