La scherma italiana ha vissuto un momento di grande celebrazione, ma presto l’attenzione si è spostata su una spiacevole polemica che ha acceso il dibattito sul livello del giornalismo sportivo.
Il merito sportivo: il Collare d’Oro al fioretto maschile
La cerimonia di consegna dei Collari d’Oro al Merito Sportivo, la massima onorificenza dello sport italiano conferita dal CONI, ha premiato i successi ottenuti dagli atleti azzurri.
Tra i riconoscimenti più attesi, c’è stato quello alla squadra maschile di fioretto, campione del mondo (ad esempio, ai Mondiali 2022 o per i risultati individuali e di squadra del 2023).
Sono stati insigniti del Collare d’Oro del CONI i componenti delle squadre della sciabola Luca Curatoli, Michele Gallo, Pietro Torre e Matteo Neri, e del fioretto Guillaume Bianchi, Tommaso Marini, Filippo Macchi e Alessio Foconi, usciti trionfanti a Tbilisi 2025.
Il quartetto, composto da atleti di spicco come Tommaso Marini, ha rappresentato l’eccellenza e la tradizione vincente della scherma azzurra. Salendo sul palco, i campioni hanno ricevuto il dovuto plauso per i sacrifici, la dedizione e le imprese che li hanno portati sul tetto del mondo.
La domanda a Tommaso Marini
A margine della premiazione, l’atmosfera è stata guastata da un episodio che ha coinvolto il fiorettista Tommaso Marini, Campione del Mondo individuale 2023.
Un giornalista ha rivolto all’atleta una domanda che non riguardava la sua carriera, le sue vittorie o la prestazione sportiva, ma si è concentrata sui suoi dettagli estetici, in particolare su unghie laccate e orecchini.
La reazione di Marini è stata pacata ma ferma. L’atleta ha risposto “in punta di fioretto”, esprimendo il suo disappunto: “Non ho capito il nesso“, ha dichiarato, cercando di riportare l’attenzione sui successi della squadra perché parlare di sè piuttosto che delle grandi imprese compiute dalla squadra sarebbe risultato fuori luogo.
Successivamente, Marini ha rincarato la dose sui propri canali social, sottolineando come tali domande siano inappropriate in contesti dedicati alla celebrazione sportiva.
Il “medioevo giornalistico”: una critica severa
L’episodio ha scatenato un’ondata di solidarietà per l’atleta e un’accesa critica verso l’approccio mediatico. È proprio sui social che Tommaso Marini ha espresso un commento destinato a fare discutere, utilizzando l’hashtag #medioevo, per definire la natura della domanda ricevuta.
La riflessione sul ruolo dei media
Il termine “medioevo giornalistico” è una critica diretta e tagliente all’ossessione, spesso dimostrata da alcuni media, di deviare da argomenti di rilievo per concentrarsi su dettagli frivoli o di gossip, specialmente quando si tratta di atleti che non aderiscono a stereotipi preconcetti.
In un momento che avrebbe dovuto celebrare il duro lavoro, i risultati e l’onore di rappresentare il Paese ai massimi livelli, si è preferito discutere di estetica personale.
Ecco perché focalizzare sul pettegolezzo anziché sulla sostanza, risulta alla fine come una mancanza di rispetto verso l’impegno degli atleti e e verso il significato della loro onorificenza.
Cosa è, infine, veramente importante nel racconto dello sport: le medaglie, la fatica, la tecnica e il successo, o l’analisi superficiale e giudicante dell’aspetto degli sportivi? La “stoccata” di Tommaso Marini ricorda ai media che, al di là dell’immagine, ci sono campioni da celebrare per ciò che fanno e non per come appaiono.


