Tuesday 30 April, 2024
HomeAccadde oggiIl fiocchetto lilla dedicato ai disturbi alimentari. I più diffusi e gli ultimi dati in Italia

Fianchi larghi, pancia da appiattire, cosce che si toccano e non dovrebbero farlo. Il seno da tonificare. E poi le braccia. Grosse e a tendina, da assottigliare il prima possibile perché, se sono così ora, chissà come saranno tra cinque, dieci, vent’anni, dopo gravidanze e anni che passano?

La mente divide il corpo in piccoli frammenti. Nessuna parte raggiunge la sua rappresentazione ideale e, di conseguenza, il tutto ne è compromesso.

Ne deriva un’alterata percezione dell’immagine corporea che trova spesso nella bassa autostima, nel dolore, nell’ansia e nelle fragilità, distruttivi alleati. La ricerca di una soluzione sfocia nel controllo di una componente fondamentale della vita umana, ovvero l’alimentazione.

La giornata del fiocchetto lilla nasce per sollevare l’attenzione su tutto questo, ed il 15 marzo di ogni anno viene dedicato ai cosiddetti DCA, i Disturbi del comportamento alimentare.

Dall’anoressia all’ortoressia, i DCA più diffusi

Alimentati da disturbi di ansia e pressione dal proprio contesto di vita, i DCA si manifestano con un cambiamento delle abitudini alimentari che finisce per alterare la condizione fisica del corpo. Non sempre esso si concretizza in un basso peso, come accade ad esempio nell’obesità dove è l’eccessivo peso a compromettere la salute di chi ne soffre.

Sulla nota dei dati diffusi dall’Istituto Superiore della Sanità, i disturbi più frequenti continuano ad essere l’anoressia e la bulimia nervosa, in crescita nelle fasce di età dei più giovani che già dalle scuole medie iniziano a manifestare un rapporto conflittuale con l’alimentazione. Il 6% di chi ne soffre ha di fatto meno di 12 anni con casi di esordio anche intorno ai 6-7.

Mentre l’anoressia si manifesta in un’interruzione o in una riduzione drastica dell’assunzione di cibo che può portare fino all’85% di perdita del proprio peso a seconda di sesso, altezza e età, la bulimia si manifesta in chi, dopo aver mangiato in modo eccessivo si sente in colpa e sceglie di rigettare quanto assunto.

Ai disturbi più conosciuti si accostano il così noto BED o Binge Eating Disorder, che si manifesta in coloro che tendono ad abbuffarsi di cibo in pochissimo tempo, sentendosi in colpa e continuando a mangiare di nascosto.

Dal termine “pregnancy” e “anoressia” nasce poi l’espressione pregoressia, parola che indica un disturbo alimentare delle donne in gravidanza che, entrando in conflitto con il corpo che cambia ed aumenta di peso, tendono a prendere scelte alimentari dannose per loro stesse e per il bambino.

Infine, si confermano in aumento la vigoressia e l’ortoressia.

Nel primo caso, chi ne soffre tende a sviluppare un’ossessione per una forma fisica tonica ed atletica. L’alimentazione diventa funzionale all’allenamento, svolto in eccessiva quantità e in maniera intensiva, spesso accompagnato dall’uso di steroidi ed integratori alimentari.

A diventare un’ossessione nel caso dell’ortoressia è invece la volontà di “mangiare sano”, che si manifesta nell’eccessivo controllo delle proprietà nutrizionali dei cibi e nella scelta di diete particolari. Delle oltre 3 milioni di persone in Italia che soffrono di DCA, circa 300.000 soffrono di quest’ultimo disturbo, diffuso principalmente tra gli uomini.

Diffusione e strutture di accoglienza in Italia

Nel mondo, sono circa 55 milioni le persone che soffrono di DCA. 3 milioni gli Italiani, ed il dato ha registrato un aumento del 30% in seguito agli anni della pandemia durante i quali le strutture hanno lavorato con maggior fatica, e molte persone si sono ritrovate chiuse in casa, da sole, con il loro dolore.

Nel 90% dei casi sono le donne a soffrirne.

Riguardo ai centri ed alle strutture dedicate ai DCA, nel nostro paese vi sono 115 strutture pubbliche e 20 private, distribuite in prevalenza nelle regioni del nord Italia (68). 16 si trovano nella sola Emilia Romagna, 31 quelle complessive nel Centro Italia e 36 al sud.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.