Tuesday 16 April, 2024
HomeItaliaAttualità ItaliaCronache e scatti da Vinitaly 2023

Lieviti che litigano in bottiglia, storie di famiglie e di nomi nelle etichette. I sapori che acculturano il palato e l’anima dei visitatori del Salone del vino unico al mondo

Nato nel 1967 a Palazzo Bra nel cuore di Verona, il Vinitaly compie quest’anno 55 anni. È la prima fiera al mondo dedicata al vino. L’evento ambasciatore dell’enologia italiana che ogni anno richiama nel capoluogo veneto milioni di visitatori. Produttori e consumatori si incontrano, stringono relazioni, entrano in contatto, mentre storie diverse si incrociano, parti di un’unica cultura.

L’evento mantiene per i primi anni una vocazione italiana, fino al 1978 quando si apre alle prime aziende estere. Ogni edizione richiama un interesse crescente. Iniziano ad arrivare visitatori da tutto il mondo finché, con l’arrivo del nuovo millennio, anche il Vinitaly varca i confini nazionali con manifestazioni organizzate in India, Cina, Russia, Canada e Stati Uniti.

Ma il Vinitaly di Verona resta la manifestazione per eccellenza nella quale il vino diventa una porta d’accesso al territorio italiano. “Un pezzo fondamentale della nostra identità e cultura” come ha ribadito la Premier Giorgia Meloni in visita nel primo giorno di manifestazione. L’elemento per conoscere ogni regione e la sua identità.

Un’occasione per guardare al futuro, proporre nuove modalità di fare vino, nuovi materiali, nuove tecniche di coltivazione. La cultura e la conoscenza vengono condivise. Passano di regione in regione.

Divine storie tra passato e futuro

Tra vini biologici, coltivazioni ecosostenibili e bottiglie di alluminio ideate per sostituire l’uso del vetro, si gustano curiosità e storie.

C’è chi parte da pochi ettari di terreno per dare vita a piccole produzioni che riportano nomi di antenati. Accanto a loro, parte di grandi famiglie, coloro che esportano in gran quantità il Made in Italy all’estero.

Storie di vitigni con radici antiche, come il Bellone del Lazio citato da Plinio Il vecchio nella Naturalis Historia che dà un frutto “tutto sugo e mosto” chiamato Uva pane. Ci sono bottiglie che all’interno ospitano vere e proprie “barufe“, lotte nelle quali i lieviti litigano prima di depositarsi sul fondo. Ed ancora, il miglior vino biologico rosato di Vinitaly 2023, Floralia, che prende il primaverile nome dall’antica festa di un piccolo comune marchigiano.

Infine, storie di famiglie e personaggi che, in passato o nel presente, sono partiti dalla passione per il vino per creare realtà uniche. Come i due fratelli che nel Veneto del 1860 introdussero un nuovo vino senza residui zuccherini. Senza la dolce componente, il vino diventò secco e amaro. Dal suo sapore, l’idea di chiamarlo “Amarone“.

Un’enciclopedia di aneddoti che si arricchisce ad ogni edizione e costituisce la vera unicità del Vinitaly. La ragione per scegliere di visitarlo ogni anno , in onore della tradizione, del territorio e del genio italiano.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.