Giornata Internazionale della Donna, anniversario segnato da femminicidi, violenza fisica, psicologica ed economica in una società dove la parità è ancora lontana
8 marzo, Festa della Donna, ma la realtà è ben diversa, con poco da festeggiare.
Un anniversario che non si tinge solamente di viola, ma lascia spazio al rosso sangue: 20 sono le donne uccise da inizio 2023 dalla violenza fisica, psicologica, economica in una società dove la donna fa ancora fatica a rivestire ruoli di vertice, ha poca rappresentanza politica e continua a dover scegliere tra lavoro e famiglia.
L’Onu dichiara che ci vorranno anche altri tre secoli per raggiungere un’uguaglianza di genere.
Dalle Nazioni Unite compaiono i primi numeri: circa 383 milioni di donne e ragazze vivono in condizioni di estrema povertà, anche a causa di costanti disuguaglianze. Una donna viene uccisa ogni 11 minuti da un membro della sua stessa famiglia.
125 le donne uccise lo scorso anno, il 95% maggiorenni, mentre il 78% italiane.
103, invece, gli omicidi in ambito familiare, 61 per mano del partner o ex, 34 da un genitore o figlio.
Sono le cifre di una violenza di genere ricordate in un’analisi realizzata, in occasione dell’8 marzo, dalla Direzione centrale della Polizia criminale.
Nel frattempo, oggi previste manifestazioni e scioperi nelle principali città italiane.
Il fucsia del movimento “Non Una di Meno”, che colorerà le strade e piazze del paese (per il settimo anno consecutivo) scenderà in 37 città italiane contro la violenza maschile sulle donne, e contro ogni forma di violenza di genere.
Non solo. È anche uno sciopero contro la guerra, il disastro ecologico, l’inflazione ed ogni forma di discriminazione e di razzismo.
A Milano ci saranno due cortei.
Nella capitale prevista “una performance collettiva di denuncia” per ricordare le vittime del naufragio di Cutro, ed un flash mob.
A Torino, le attiviste scenderanno in piazza affinché l’8 marzo “non sia il giorno delle mimose e dei proclami istituzionali, ma sia una giornata di lotta e di riposo dal carico del lavoro produttivo, domestico e riproduttivo”.
A Trieste, la manifestazione tra le strade della città è rivolta anche “contro la tortura del 41bis” e “la repressione e la sicurezza gestita dalle forze dell’ordine, violenta e oppressiva”.
Alessandria, Asti, Cuneo, Genova, Venezia, Treno, L’Aquila, Firenze, Pisa, Modena, Bari, Cagliari, Catania, Palermo, tante le città che si tingeranno di viola, fucsia e di giallo.
Anche il Papa ha dedicato speciali parole per la giornata: “E’ giusto che le donne possano esprimere le loro capacità in ogni ambito, non solo in quello familiare, ed essere remunerate in modo eguale agli uomini a parità di ruolo, impegno e responsabilità”.
“La violenza sulle donne è una piaga aperta frutto di una cultura di sopraffazione patriarcale e maschilista. Non dobbiamo lasciare sole le donne”, ha poi aggiunto il Pontedice
Una giornata speciale che ricorre ogni anno a cui, a volte, non diamo il giusto peso.
Occorre ricordare che aldilà di mimose e messaggi istituzionali, ancora la parità in Italia è lontana. Servono misure concrete per combattere ogni forma di violenza e discriminazione.
Oggi, domani, sempre: buona festa a tutte le donne!