Wednesday 15 May, 2024
HomeAccadde oggi20 marzo 1994, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin uccisi a Mogadiscio: 29 anni di mistero

La giornalista di Rai3 e l’operatore erano impegnati in Somalia in tempo di guerra. Uccisi da un commando in un agguato.

Sono passati 29 anni (20 marzo 1994 – 20 marzo 2023), e la morte della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin è ancora un caso irrisolto. L’unica certezza è la morte per mano di un commando di uomini armati di kalashnikov, che hanno assalito l’auto dove erano appena saliti i due nella capitale della Somalia, Mogadiscio. Degli assassini si sono perse immediatamente le tracce.

Indagini, processi, commissioni d’inchiesta, nulla ha portato a scavare nella morte di Ilaria, allora 33enne, e Miran, 44 anni, nella capotale somala. Ashi Omar Hassan, accusato nel 2011 di essere l’autista del commando sulla segnalazione di un altrettanto losco personaggio, è finito in carcere – in realtà anche per un altro reato – ed è stato liberato perché riconosciuto innocente rispetto alla morte della giornalista italiana e del cameraman nel 2017.

Di questo caso si è detto di tutto in 29 anni. La Commissione parlamentare italiana aperta sul caso terminò la propria inchiesta senza poter affermare che la Alpi stesse lavorando ad un reportage di traffico illegale di armi e rifiuti tossici. Da indagini sul posto si sa però che il giorno della morte la giornalista aveva appena concluso una importante intervista ad un sultano su certi traffici ai tempi dell’ex presidente somalo Siad Barre, su cui le potenze internazionali avevano occhi e interessi puntati. Successivamente, emerse la possibilità che fossero usati convogli umanitari per portare armi in Somalia. Da qui il collegamento al reportage su cui la Alpi e Hrovatin sarebbero stati impegnati al momento della morte.

In Somalia per seguire il reimbarco dei marines americani durante la guerra, stavano approfondendo l’emergenza umanitaria del paese, con attenzione a traffico di armi e rifiuti tossici, giri di tangenti. Temi caldi e pericolosi. Negli anni si è parlato di rapimento finito male, di vendetta dei locali alle violenze degli italiani sul loro popolo, di semplice soggiorno senza alcuna inchiesta in corso.

I genitori di Ilaria non hanno mai smesso di cercare la verità, neppure dopo la scarcerazione di Ashi Omar Hassan nel 2017, avvenuta dopo un lungo iter processuale dal primo grado, alla Cassazione e all’appello bis presso la Corte d’Appello di Perugia che lo scagionò.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.