Friday 17 May, 2024
HomeCulturaTalèa e la sua “Aura”. Dalle origini al desiderio di cantare al Pergolesi

Da giovedì 20 aprile, Spop Festival diffonde per le vie di Jesi la musica dal vivo. Tra gli appuntamenti più attesi in programma, vi è sicuramente quello della serata di venerdì, quando la cantautrice Talèa si esibirà a Teatro Pergolesi, seguita dalla cantautrice milanese Marta Tenaglia.

Un’occasione importante per la giovane artista jesina che sul palco del teatro nel cuore della città, presenterà in anteprima i brani del suo nuovo disco, “Aura“, che uscirà il prossimo 5 maggio.

Il suo percorso artistico nasce dal folk e dal rock d’autore. Vola giovanissima in Scozia e Irlanda dove suona in strada e perfeziona il suo inglese, lingua nella quale scrive e canta i suoi brani prima di “Aura”. Nel 2021 il primo EP dal titolo “Tales“, prodotto durante la pandemia dopo il ritorno a Jesi. Infine, la partecipazione ad X-Factor dove Talèa si presenta al grande pubblico con la riproduzione di Amandoti dei CCCP.

Alla vigilia della sua prima esibizione a Teatro Pergolesi l’abbiamo incontrata, in un’intervista che dalle sue origini guarda ad un futuro nuovo che inizia proprio con “Aura“.

Quando da Cecilia nasce Taléa?

Talèa nasce prima del primo EP, che è uscito nel 2021. A me piaceva molto il mio nome di battesimo in realtà, Cecilia è la patrona dei musicisti e mi rispecchia molto, ma era nata la necessità di trovare un nome d’arte. Quindi Talèa nasce in quel momento, ma a livello artistico era già nata molto prima.

Il tuo percorso artistico ti ha fatto viaggiare per parecchio tempo lontano dalle Marche. Nasci a Milano, vivi la Scozia e l’Irlanda. Come racconti ad oggi il tuo legame con Jesi?

Jesi è sempre stata il punto base per me, il luogo dove torni quando il percorso fuori finisce. Il legame con la città è molto forte. Sono nata a Milano ma metà della mia famiglia è qui. Non sono la tipica jesina che vive l’attaccamento alla città nella maniera più comune, ma è un posto che sento sempre vicino, indipendentemente da tutto.

Cosa significa per te cantare sul palco che è il cuore culturale ed identitario della città in cui vivi?

Beh, è una cosa molto molto importante per me, che ho fortemente voluto. L’iniziativa in fondo è partita dal grande desiderio che avevo di suonare in teatro e di essere parte di questa realtà che noi cittadini jesini abbiamo vissuto un po’ poco, specialmente negli ultimi anni. Così ho chiamato Luca Brecciaroli e da un concerto l’idea si è sviluppata, diventando un Festival. Per me sarà un momento molto importante, e poi il teatro è il centro della città, sia fisico che concettuale, quindi onorata di calcarne il palco.

Ti spaventa?

Mi emoziona. Sarà un momento prezioso, sia per il posto che per quello che andrò a fare, perché sarà la presentazione in anteprima del mio primo disco in italiano dopo un passato nel quale ho sempre scritto in inglese. Sarà la prima volta di tante cose. Sono emozionata più che spaventata.

Porterai “Mathilda” con te immagino

Chiaramente si, sarà con me insieme a tante altre cose che mi accompagneranno sul palco

Guardando invece ai brani del disco che presenterai domani. Come nascono queste tue nuove canzoni?

Come racconterò anche domani, i brani del nuovo disco nascono in realtà in maniera un po’ particolare. Nel senso che sono tutti incentrati intorno ad un tema, che è quello della cefalea con aura, patologia di cui soffro dal 2017. Praticamente è una cefalea rara che coinvolge tutti i centri nervosi, ed un suo attacco può partire da dei flash o da rumori e odori molto forti.

Quello nel disco sarà quindi un po’ un viaggio in quello che mi succede quando ne soffro.

Quindi non so dirti bene come sono nati questi brani. A volte ho la percezione che siano tutti incentrati su quell’argomento lì ed io li abbia solamente tirati fuori, altre volte mi viene da pensare che siano usciti ed abbia trovato loro un significato in un secondo momento.

Mi verrebbe da definirli come l’espressione di un sentire. Nascono da una necessità che ha incontrato la volontà di esprimermi nella mia lingua madre.

Che risposta ti aspetti domani sera dai tuoi concittadini?

Questa è un po’ la grande incognita. Ho il desiderio che riescano a percepire qualcosa. Indipendentemente dal resto, a me interessa trasmettere una sensazione, che ci sia uno scambio con loro. Poi vedremo che succederà.

È anche l’occasione per toglierti di dosso il tuo legame con la partecipazione al talent che, come una lama a doppio taglio, può talvolta diventare un limite

Hai centrato un punto importante. X-Factor mi ha dato visibilità e mi ha fatto crescere sotto molti punti di vista. Ma ora mi interessa che passi l’artista al di là del percorso nel talent. È un’esperienza che mi metto in tasca e che non smetterò mai di valorizzare, però ho voglia di un percorso mio.

Che il palco del Pergolesi sia allora il luogo per un inizio, fortificato dalle esperienze passate e reso ancor più vivo dai nuovi linguaggi artistici con i quali Talèa entrerà in dialogo con il suo pubblico.

Ad ingannare l’attesa della presentazione del suo album di esordio intanto, il nuovo singolo “Vetri” arriva a sorpresa al pubblico, disponibile proprio da oggi in tutti gli store digitali e le piattaforme.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.