Domenica 17 un viaggio tra storia e identità
Staffolo sarà teatro di un evento sul tema “Festa del turismo delle radici: la nostra storia” per celebrare il legame tra cittadini italiani e le proprie origini nell’ottica del progetto nazionale Italea, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nell’ambito del PNRR e finanziato da NextGenerationEU. La giornata si snoderà attraverso un programma ricco di iniziative culturali, visite guidate e momenti di riflessione storica, con il coinvolgimento delle associazioni locali impegnate a mantenere vive le tradizioni e le radici di Staffolo.
L’evento prenderà il via alle 15:30 in Piazza IV Novembre con la cerimonia di apertura accompagnata dalla Banda Musicale Città di Staffolo. Dalle 16:00 alle 18:00, i partecipanti potranno esplorare il borgo partecipando alle visite guidate organizzate dalla Pro Loco di Staffolo, che toccheranno le chiese, i principali monumenti e il Museo del Vino.
Alle 18:00, si terrà una conferenza dedicata al turismo delle radici, arricchita da intermezzi musicali a cura dell’Associazione Organistica Vallesina, con Fabiola Frontalini all’antico organo Callido della Chiesa di San Francesco, che offrirà un’atmosfera suggestiva al racconto delle storie d’emigrazione e di ritorno.
Interverranno alla conferenza il sindaco di Staffolo Sauro Ragni, l’assessore alla cultura Lucia Toccafondo, Francesca Giglio e Valeria Virginia Dos Santos di Italea Marche, lo scrittore Gian Luca Tesei e la bibliotecaria Giorgia Sestilli, che intervisterà l’autore durante la presentazione del suo libro.
Nella seconda parte del convegno, prenderanno la parola Melissa Fiore, mediatrice culturale, e Luigi Biagioli, che condivideranno storie d’emigrazione delle loro famiglie; modera l’incontro Giorgia Barchi.
Durante la conferenza sarà presentato il libro Un veterinario marchigiano in Argentina, un’opera che ricostruisce, attraverso documenti storici, articoli di giornale e verbali dell’Intendencia Municipal di Rosario, la vita e la carriera del giovane Giovanni Piermattei, nato a Staffolo il 2 novembre 1849 e scomparso in Argentina in circostanze misteriose.
Il suo impegno per la salute pubblica gettò le basi per i futuri organismi sanitari argentini, tanto che oggi è ricordato come cittadino onorario di Rosario per il suo contributo alla società argentina. a presentazione del libro, insieme a un’intervista all’autore, sarà anche l’occasione per esplorare il contesto storico delle Marche di quei tempi, un’epoca segnata dal fenomeno migratorio. La conferenza approfondirà le cause storiche della migrazione e le difficoltà economiche che spinsero molti marchigiani a cercare fortuna all’estero.
La giornata si concluderà con lo spettacolo del Gruppo Folk Colle del Verdicchio, che dalle 21:00 alle 22:00, nella Sala Cotini, un momento di festa con musica e danze popolari, celebrando la tradizione marchigiana e il legame con il territorio. Lo spettacolo rappresenta un’occasione per immergersi nelle radici culturali di Staffolo e delle Marche, trasmettendo ai partecipanti l’energia e la passione delle danze tradizionali.
Il prossimo appuntamento per celebrare il Turismo delle Radici è previsto entro febbraio 2025, quando Staffolo ospiterà “C’era una volta in Argentina”, un evento che vedrà Maximiliano Cimatti mettere in scena racconti di emigrazione e la storia stessa di Giovanni Piermattei. Parole e musica si uniranno per raccontare le vite di chi lasciò le Marche in cerca di un futuro migliore, creando così un ponte tra passato e presente.
Il Sindaco di Staffolo, Sauro Ragni, ha espresso grande soddisfazione per l’iniziativa, dichiarando: «La Festa del Turismo delle Radici rappresenta un’occasione speciale per Staffolo. È un momento di celebrazione e riflessione, dove la nostra comunità può riscoprire le proprie radici e, al tempo stesso, accogliere con calore e rispetto chi ritorna per conoscere la storia dei propri antenati. Fondamentale è il coinvolgimento delle nostre associazioni locali, che mantengono vive le tradizioni e le radici della nostra comunità, contribuendo a tramandare la nostra storia alle nuove generazioni e a chi ci visita dall’estero.»