A seguito dell’incontro esplorativo tra il presidente Chiariotti e Cossu, il quale rappresentava un gruppo di imprenditori interessati a rilevare la Jesina, la società, per mezzo di un noto social, ha emesso un comunicato ufficiale:
“Da alcuni giorni si susseguono notizie e voci circa la situazione societaria, sportiva ed economica della Jesina.
Nella giornata di lunedì 20 maggio 2024 ci sono stati contatti tra il presidente Chiariotti e l’emissario di alcuni imprenditori jesini che si sarebbero detti interessati all’acquisizione della Jesina.
Nel corso dell’unico e breve incontro non sono emerse le identità delle persone coinvolte, né un reale e concreto interesse all’acquisizione della società ed è stata formulata, nel corso dello stesso incontro, un’offerta che non rispecchia, nemmeno lontanamente, il reale valore della Jesina, anche in considerazione del fatto che la società è sana economicamente.
La Jesina, nell’interesse della Città, è aperta ad ogni tipo di trattativa, purché seria e fattiva, cosa che ad oggi non si è ancora verificata.”
Se poi gli interessati sederanno attorno ad un tavolo, per riprendere e instaurare una trattativa, lo sapremo; il fatto che ad oggi ci siamo tali distanze, non fa ben sperare.
Intanto Gianfranco Amici, pubblicando un post sullo stesso social, si è congedato con un bilancio di questi ultimi sei anni.
“Questa retrocessione mi pesa tanto perché era evitabile – ha osservato tra le varie considerazioni – bastava che ognuno per la sua parte avesse svolto il proprio ruolo. Questo concetto vale per tutti, sia all’interno che all’esterno della Jesina Calcio.
A livello interno, qualora ognuno avesse “fatto il suo” nel rispettivo ruolo e le decisioni fossero state condivise, probabilmente l’epilogo non sarebbe stato così negativo. Pertanto, essendo mancato il confronto, si è bruciato quanto di buono è stato fatto nel tempo: questo serva di esperienza al Presidente, se è sua intenzione andare avanti.”
Ha poi espresso la sua amarezza per quello che ha definito accanimento di una parte del tifo,
A livello esterno, ritengo ingiustificato il comportamento esagerato di una parte del tifo “ procurando danni alla squadra, all’immagine della Jesina e ai tifosi stessi. Durante tutta la stagione siamo stati bersaglio di insulti reiterati ed immotivati – ha aggiunto quanto avvenuto, non è stato di aiuto né per i singoli calciatori, sicuramente adeguati alla categoria, dato che nel girone di andata sono stati fatti 23 punti, né per tutto l’ambiente.”
Un cenno anche alle cattive giornate di alcuni direttori di gara, documentabili da immagini tv, che parlano da sole.
Considerato che il tempo dei “mecenati” è finito da un pezzo sia nelle Marche (retrocessioni di Ascoli, Recanatese, Fermana, Fano) sia anche nei massimi livelli, ha osservato che “per programmare ed organizzare al meglio, occorrono strutture adeguate e possibilità economiche, oltre a persone che hanno a cuore la Jesina, con un vero senso di appartenenza che consenta loro di mettere in secondo piano il proprio interesse: oggi purtroppo questa è una cosa rara.”