Anche nel mondo del più spietato professionismo, è ancora possibile sognare e realizzare una favola.
È la bella storia di Alessandro Gabrielloni, classe ’94, che festeggerà i suoi trent’anni il luglio prossimo, partito calcisticamente dalla città di Federico II nel 2013, con una valigia piena di speranze e buoni propositi, dopo 3 stagioni con la maglia della Jesina (53 presenze e 7 reti).
Dopo una stagione a Macerata (30 presenze 8 segnature), la prima avventura lontano da casa, Taranto, due stagioni con 49 presenze e14 reti, altre due a Cava dei Tirreni (45 presenze, 16 reti). A gennaio 2018 la chiamata del Como: è la stagione in cui la società lariana, appena rifondata, era stata ammessa tra i dilettanti in serie D. Forse si è trattato di un amore a prima vista, con quella che è ormai diventata la sua città di adozione, la sua isola felice; fatto sta che quella del Como è stata l’ultima maglia indossata, fino al match di venerdì 10 contro il Cosenza, che ha provato a guastare la festa dei lariani passando per primo in vantaggio; poi il pareggio di Verdi a 14′ dalla fine, che ha dato il là alla festa.
Ebbene, a suon di gol Alessandro Gabrielloni ha contribuito, anno dopo anno, al ritorno del Como in serie A. Il premio di miglior giocatore della Lega B, è stato attribuito a Patrick Cutrone, comasco, un premio speciale lo meriterebbe anche Alessandro Gabrielloni per l’attaccamento a maglia e città, per la sua umiltà e la sua voglia di fare; nessun “santo” in paradiso, si è fatto da solo per arrivare sulla vetta più alta del calcio nazionale.
Questa la sua favolA!