Tuesday 14 October, 2025
HomeIn evidenzaJesina, il presidente Chiariotti spiega le sue ragioni

Le risposte ad alcuni interrogativi, l’intenzione di riqualificare il campionato e la mancanza di tratttative per cedere la società

Probabilmente l’intenzione era organizzare una conferenza stampa per fare il punto su questo inizio di campionato, assai più negativo di quanto si poteva pensare, ma per dare più immediatezza e dare risposta ad alcuni interrogativi, il presidente Chiariotti ha rilasciato alcune dichiarazioni, per mezzo di un comunicato stampa affidato a Enrico Libani, responsabile della comunicazione della Jesina.

 «La società, dopo poche giornateha dichiarato Chiariottiha ritenuto necessario rivedere le scelte iniziali, ma questo non significa necessariamente un fallimento: anzi è il segnale che la società ha il coraggio di correggere la rotta in fretta, senza ostinarsi su decisioni che non hanno garantito risultati all’altezza delle aspettative. Le scelte che solo a posteriori possono essere criticate o magari risultare essere sbagliate sono insite in tutti i progetti. Il vero errore sarebbe stato non riconoscerle, non agire tempestivamente. L’obiettivo è chiaro, le difficoltà ci sonoha aggiuntocosì come la completa volontà di raggiungerlo. Ora serve coesione e fiducia, lavoro e sacrificio per raggiungere i risultati attesi.»

Ha poi commentato la prestazione della squadra, domenica scorsa a Montegranaro: «Ieri ho visto una squadra viva, volenterosa che ha disputato un ottimo primo tempo, dove credo sinceramente non siamo stati pienamente premiati per i nostri sforzi e per qualche decisione rivedibile.  Nelle ultime partite abbiamo migliorato nel gioco e nelle occasioni create, segnando troppo poco rispetto alle opportunità, subendo qualcosa di troppo che con un pizzico di esperienza, “sana cattiveria sportiva” e probabilmente con una maggiore serenità, dobbiamo evitare al fine di portare a casa più punti di quanti ora abbiamo in classifica. Le intenzioni sono chiare: riportare la squadra su un percorso credibile e competitivo, restituendo fiducia all’ambiente, ai sostenitori e ai tifosi.  Il progetto sportivo va rilanciato. Ognuno di noi, dai tecnici ai giocatori, dai dirigenti a tutti i tesserati della società, punterà sul lavoro e il sacrificio, la serietà e senso di responsabilità. Si sta lavorando per rafforzare la squadra, la sua identità e migliorare la comunicazione interna ed esterna.»

Chiariotti è poi entrato nel merito di una eventuale cessione della società: «Al momento, la priorità assoluta resta quella di risollevare la squadra sul piano sportivo e ricostruire un progetto credibile. È normale che, in fasi complicate come questa, emergano voci e riflessioni anche sul piano societario, ma siamo concentrati sul presente e impegnati a garantire stabilità gestionale. Se si presenteranno opportunità serie e in linea con la crescita della società, verranno valutate con senso di responsabilità. Permettetemi di dire che l’imprenditoria locale, e non solo nel calcio, sono decenni che non sembra essere sensibile a questo tema, relegando a pochi ancora appassionati e innamorati dei vari sport, investire il proprio denaro, il proprio tempo. Ad oggi non ci sono richiesteha chiarito il presidente –  e per questo si deve lavorare per uscire da questa fase con determinazione, senza scorciatoie e con il massimo rispetto per la passione di giocatori, tecnici, dirigenti, tesserati e tifosi, tutti sullo stesso piano di importanza.»

«Comprendiamo perfettamente la delusione e la preoccupazione della piazza – ha poi dichiarato il presidente riferendosi al distacco del pubblicolo siamo noi in primis. Sappiamo benissimo che la Jesina non è solo una squadra: è una parte importante della storia e dell’identità di questa città, di ogni cittadino. Per tanti, è una passione che si tramanda da generazioni. Vedere il Carotti poco frequentato non ci fa piacere. Ma non è un segnale di indifferenza: è la testimonianza di un amore ferito. E proprio per questo che ci impegniamo quotidianamente affinché possano essere perseguiti i risultati attesi. Da parte nostra c’è la disponibilità a ricostruire un rapporto che oggi si è incrinato, senza preclusioni. Restiamo disponibili anche per eventuali incontri che possano riavvicinare le parti. Sostenere oggi la squadra sarebbe ancora più importante per tutti. Quando si ricopre un ruolo di responsabilità, soprattutto nel calcio e in una piazza come Jesi, bisogna essere pronti a tuttoha aggiunto Chiariotti con un chiaro riferimento alle contestazioni da parte della tifoseria organizzata –  anche alla critica, anche alla contestazione. Fa parte del gioco, e lo accetto con rispetto. So bene che quando le cose non vanno, il primo a finire nel mirino è sempre chi sta al vertice. È naturale chiedersi ‘chi me lo fa fare?’. In questo momento ho scelto di restare perché sento il peso di un impegno preso, e non ho mai avuto l’abitudine di scappare nei momenti difficili. Capisco il malcontento, lo ascolto. Io e gli altri dirigenti ci interroghiamo ogni giorno su come migliorare. Ma proprio perché la Jesina merita rispetto, non posso lasciare oggi, nel momento più complicato. Sarebbe troppo facile. E poi a chi lasciare? Il nostro obiettivo deve essere quello portare il club fuori da questa fase difficile e con risultati, ricostruire basi solide, e poi, se ci saranno, valutare le opportunità per fare un passo indietro in modo ordinato, lasciando qualcosa di concreto. Chi ama davvero questi colori sa che servono pazienza, scelte coraggiose e lavoro. Noi ci siamo e continueremo a metterci la faccia.»

Autore

Giancarlo Esposto

Giornalista iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1985 – tessera n. 52020 - e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con emittenti radio-tv e giornali su carta e online. Nel 2025 medaglia dorata per i 40 anni di iscrizione all’Ordine. Come scrittore, dopo alcune pubblicazioni di sport, relative alla sua attività giornalistica e dedicate al vernacolo, si è dedicato alla narrativa, pubblicando 5 romanzi; il più recente "Anagramma di donne". Pochi mesi fa ha pubblicato il libro "Dal taccuino di un cronista", racconti di oltre trent'anni di giornalismo. Una delle sue frasi preferite: “La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.” (Fernando Pessoa).