Indossò la maglia della Jesina in C/2. Aveva 61 anni
Un filmine a ciel sereno quando muore, all’improvviso, uno sportivo.
Massimo Gori, soprannominato “Bobo” per la sua somiglianza nel modo di giocare a Boninsegna, è venuto a mancare improvvisamente.
Deceduto improvvisamente a 61 anni, aveva mossi i primi passi nel vivaio del Rimini Calcio approdando in prima squadra all’inizio degli anni ’80.
Poi a Cattolica dove la sua carriera ebbe una svolta, grazie all’incontro con l’allenatore Renato Zara, lanciato nel professionismo, fino a indossare le maglie di Foggia, Spezia, Sanremese, Vigor Lamezia, Trani, Gubbio, Latina, Cagliari in serie B.
La stagione con la casacca della Jesina
Proprio un anno fa, in una intervista sulle colonne di un giornale di Rimini, aveva ricordato la scomparsa del suo mentore Zara, che lo aveva poi portato a Jesi nella stagione del ritorno in C/2, dopo la retrocessione dalla C/1. L’ultimo anno della gestione di Leopoldo Latini.
Un campionato strano, chiuso con un quarto posto dietro alle due promosse, Teramo e Martina e Maceratese. Strano perché la rosa era zeppa di nomi importanti, come Marco Bellagamba, Bruni, Falconi, Genovasi, List (scomparso prematuramente nel 2016, sconfitto dalla SLA), Mariano, Olivetti, Pazzagli, Petrovic, Sanchi, Serena, Vinti e gli jesini Coltorti, Michele Mancini, Giovanni Trillini. Una squadra sulla carta ben attrezzata per riprendersi la C/1, invece, come detto, si dovette accontentare di finire alle spalle delle due promosse.
Per Gori non fu una stagione esaltante, scese in campo 29 volte, senza riuscire a mettere a segno nemmeno una rete.
«Dopo la stagione di Foggia in C1 – ricordava Gori – mi feci convincere da mister Renato Zara per seguirlo a Jesi in C2; il ds era Ermanno Pieroni mentre dall’altra parte c’era Ernesto Bronzetti. Mi vennero a prendere a casa, fecero leva sulla mia voglia di riavvicinarmi a casa e in un modo o nell’altro riuscirono a convincermi.”
L’improvvisa scomparsa ha sconvolto l’ambiente calcistico sanmarinese, ma anche Rimini.