Thursday 21 November, 2024
HomeIn evidenzaIl calcio a Jesi verso il 2050, la giornata di Luca Marchegiani

All’indomani della sconfitta contro il Monturano Campiglione, con annessa retrocessione, il titolo dell’evento messo a calendario nella serie delle manifestazioni organizzate dalla Fondazione Gabriele Cardinaletti, dal titolo “Il calcio a Jesi – verso il 2050”, faceva pensare che ci potessero essere novità importanti, che riguardavano la massima formazione calcistica cittadina. Si è trattato di una tavola rotonda nella quale – non poteva essere altrimenti – si è accennato varie volte alla brutta retrocessione della Jesina, ma che non era stata concepita su questo tema e non è andata in profondità ad analizzare gli errori commessi.

Presente Andrea Cardinaletti, presidente della Fondazione, che dall’alto della sua esperienza nel calcio professionistico, ha parlato di come andrebbe fatta immediatamente una riflessione sui perché degli insuccessi di diverse formazioni marchigiane, evitando però di lanciare un grido di allarme, ribadendo al contrario, a questo punto il riferimento era diretto alla Jesina, che una forte delusione può diventare una opportunità, purché si lavori per creare un progetto tecnico, che va al di là delle disponibilità economiche, che sia rivolta a ricreare una identità, che faccia tornare Jesi attrattiva.

Il moderatore il giornalista e scrittore jesino Michele Grilli, ha dato la parola agli altri ospiti, Luca Marchegiani, Alessandro Cossu, dirigente calcistico di lunga esperienza e Osvaldo Presti, che di recente ha festeggiato un compleanno speciale, i cinquant’anni nella cura di giovani calciatori.

Luca Marchegiani, pur riconoscendo che alla sua epoca non c’erano i mezzi di ora, come allenatori dedicati esclusivamente ai portieri e altro, ha raccontato i suoi primi passi nel calcio e la lungimiranza della società dell’epoca. Oggi molte società hanno seconde squadre per far maturare i giovani, prima di lanciarli; una scelta illuminata che il presidente Latini ed il suo staff, avevano già fatto, acquisendo l’Aurora Latini. «La Jesina era vista come un punto di riferimento per i giovani – ha puntualizzato – c’era la concorrenza di altri club ma, per fare un esempio, un ragazzo come Cuicchi, di Serra San Quirico, aveva scelto la Jesina.»

Osvaldo Presti può ben dire di aver visto Marchegiani effettuare le prime parate, avendolo poi accompagnato a fare provini, in diverse società. «Oltre all’Aurora Latini che era di proprietà, -ha ricordato – la Jesina aveva rapporti di collaborazione con altre società: organizzavamo tutti gli anni il Torneo Paolinelli per visionare i giovani migliori.» Poi ha tirato fuori dall’album dei ricordi un episodio curioso, relativo all’anno in cui Marchegiani sarebbe stato lanciato in C/2: «Eravamo io, Collesi e Vannini, il nuovo allenatore. Ci aveva chiesto, chi era questo Marchegiani. L’avevamo rassicurato!»

Anche Alessandro Cossu ha ripercorso il tempo a ritroso, ricordando come nel tempo è cambiato l’atteggiamento dei giocatori e delle stesse famiglie: «I genitori collaboravano, oggi pretendono il campo in sintetico, che i figli giocando non si sporchino, insomma, oggi i giovani vengono cresciuti così. Poi non è mancato un riferimento al presente, molto incisivo: «Quando era presidente Polita, per ben cinque anni la Jesina ha ricevuto il premio per l’utilizzo dei giovani, poi per quattro anni non è più accaduto.»

Potrebbe sembrare una critica, in realtà si tratta, senza ombra di dubbio, di uno dei mali attuali del calcio jesino, sul quale riflettere profondamente.

Saltato all’ultimo momento l’intervento del presidente de l’Aquila, Goffrendo Juchic, per un imprevisto impegno familiare; una esperienza che è stata raccontata da chi l’ha conosciuto di persona: Juchic ha salvato la società abruzzese, dopo ben tre fallimenti, ha ideato una operazione di crowdfunding, che ha portato a raccogliere somme considerevoli, riuscendo a riportare la squadra in serie D, ma non solo, anche a ristrutturare lo stadio e destinare altre somme in iniziative sociali.

Insomma, il senso di questa tavola rotonda è che bisogna trovare la forza di rinascere dalle ceneri di un cocente insuccesso, ma senza improvvisazioni, creando un progetto credibile, restituendo alla Jesina un’attrattiva che tra i giovani sembra sopita. A Chiariotti ed ai suoi collaboratori, il compito di raccogliere questi consigli.

Autore

Giancarlo Esposto

Giornalista iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1985 – tessera n. 52020 - e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con emittenti radio-tv e giornali su carta e online. Nel 2010 medaglia d’argento per i 25 anni di iscrizione all’Ordine, nel 2020 tra i premiati del Premio Giornalistico Nazionale Giuseppe Luconi. Come scrittore, dopo alcune pubblicazioni di sport, relative alla sua attività giornalistica e dedicate al vernacolo, si è dedicato alla narrativa, pubblicando 5 romanzi; il più recente "Anagramma di donne". Pochi mesi fa ha pubblicato il libro "Dal taccuino di un cronista", racconti di oltre trent'anni di giornalismo. Una delle sue frasi preferite: “La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.” (Fernando Pessoa).