Sunday 19 January, 2025
HomeCultura“In crescendo” il romanzo di esordio di Claudia Garbati

La storia di Alice, che subisce violenze domestiche ma decide di guardare avanti e ricominciare.

Che si parli di Alice, la protagonista del libro, che nella vita reale in realtà si chiami Claudia o abbia un altro nome non fa differenza, quando si tratta di prevaricazione, di violenza fisica o psicologica o, peggio, di tutte e due le cose.

Come tante donne – sinceramente troppe – Alice non vive nel suo paese delle meraviglie, ma vive tra noi nel nostro mondo, che a un certo punto si trasforma in una gabbia, dalla quale solo con coraggio e forza d’animo è possibile uscire, per andare lontano, guardare avanti e ricominciare.

Un’amicizia in comune mi ha dato la possibilità di conoscere Claudia Garbati, al suo romanzo d’esordio; vive e lavora a Bruxelles, ma torna spesso in Italia.

La scusa è nata da un caffè, un thè, una cioccolata calda da prendere insieme, ma il pomeriggio passato insieme a lei e il comune amico Roberto a parlare di libri e di vita, di quanto sia difficile uscire dalla gabbia e scegliere la vita, è stato un momento di grande condivisione. E poi quella luce speciale negli occhi di Claudia, che non trasmettono la sofferenza passata, ma solo voglia di vivere.

La recensione

Che il passato condizioni le nostre scelte è un dato di fatto. I suoi retaggi spesso si riflettono sul futuro e diventano, un istante dopo l’altro, presente. Per poi tornare immediatamente a far parte del passato. E tutto ricomincia, in un moto eterno di nascita, crescita, morte.

La storia di Alice non fa eccezione: quello che però cambia, rispetto alla normalità delle cose, è che a condizionarne le scelte non è solo il suo, di passato, ma anche quello delle persone che sin da piccola l’hanno circondata.

Affetti familiari, amici, compagni. Tutti, in qualche modo, hanno contribuito a renderla inquieta, perennemente agitata, mai paga. Tutti, in qualche modo, hanno tessuto una rete, morbida all’apparenza, dalla quale non riesce a uscire.

Quando Charles compare nella sua vita, le cose sembrano sistemarsi. Audacia, speranza, quel po’ di incoscienza che serve a prendere decisioni importanti: Alice abbandona le sue certezze e vola verso un paese lontano. Una fuga forse non cosciente, la sua. Dal proprio passato e dal proprio presente. Una fuga che però la porta velocemente tra le maglie di un’altra rete, più subdola, nascosta, mascherata da amore. La violenza delle parole e dei gesti.

Il dolore dalle parole e dai gesti. Il cuore straziato dalla disperazione. Poi, in un attimo, il futuro. Alice sceglie di guardare solo avanti, verso un domani del quale conosce ben poco, ma di cui quel poco le basta per ricominciare.

L’intervista

«”In crescendo” è il tuo libro di esordio. Di cosa parla?»

«Si tratta di una storia autobiografica romanzata, una storia di vita, la mia, che parla di violenze coniugali; il succo del discorso è questo, però rivisitata. A me è servito scrivere per non trattenere, capire questa dinamica malsana che si era instaurata, che non è mai da una parte sola, perché c’è sempre una provocazione che comunque non giustifica gli atti che sono stati commessi. Per me era importante capire perché fossi rimasta per tanto tempo, nonostante la mia educazione, nonostante fossi cresciuta in un ambiente sano.»

«La tua famiglia di origine ha avuto un ruolo nella tua storia?»

«I miei mi hanno sostenuto, però c’era la distanza, quindi nel momento di crisi forte non ho fatto leva su di loro perché non volevo pesare, quindi me la sono cavata veramente da sola, cercando di preoccuparli meno possibile.»

«Sono state violenze psicologiche o anche fisiche?»

«Entrambe; molto fisiche, però anche psicologiche, perché poi, secondo me, sono collegate, dato che quando c’è una violenza fisica arriva quella morale, poi quando non ubbidisci la cosa prende un verso sbagliato»

«Parliamo di Alice, la protagonista del tuo libro. Abbiamo detto che ti rappresenta. Come riesce a uscire da questa situazione?»

«Alice nel momento in cui decide, diventa una leonessa, però ogni scelta va assunta, da un lato devi prenderla perché è indispensabile per un fatto di sopravvivenza, non solo tuo, ma in questo caso anche del figlio, poi dall’altro lato sai bene che ci sono delle conseguenze. Questa scelta porta sempre delle conseguenze.»

«Hai un figlio?»

«Come racconto nel libro abbiamo avuto due figli, ma il secondo è deceduto. Abbiamo vissuto anche questo dramma che sicuramente non ha aiutato per niente questo percorso.»

«A Bruxelles hai avuto degli amici che ti hanno sostenuto?»

«A Bruxelles mi sono costruita delle belle amicizie, vere, mi sono state molto, molto vicino, però, tanto, tutto dipende da noi. Sai, gli affetti familiari erano tutti qua in Italia e non è stato facile, mi sono dovuta rimboccare le maniche.»

«So che l’uscita del libro ti ha dato la spinta per un altro progetto. Di cosa si tratta?»

«Dietro all’uscita del libro, ci sono stati degli incontri letterari, sia in Belgio che in Italia; nel 2022 abbiamo fatto un evento con un gruppo musicale i Dave’s dog che ha eseguito un brano intitolato “Respira”, quindi abbiamo fatto un concerto con la presenza dell’assessore della cultura del comune di Chiaravalle Francesco Favi, ed è intervenuta anche una rappresentante di un centro anti-violenza di Ancona. Sin dall’inizio ho avuto la voglia di portare avanti questo progetto, di far girare questo libro, senza la presunzione di fare chissà che, ma per divulgare questi temi sempre attuali. In seguito sono stata ospite del comune di Monte San Vito, poi a Bruxelles, dove sono riuscita a organizzare diversi incontri. Ora ho il progetto del film con il regista belga Jea Philippe Delobel con il quale ho una amicizia in comune, che dopo aver letto il libro è rimasto colpito, così abbiamo scritto una sceneggiatura a quattro mani. Il film è in fase di realizzazione: abbiamo aperto un sito internet, per aprire una piattaforma di crowdfunding, perché vorremmo girare una parte delle scene in Italia.»

«Una occasione per ripercorrere la tua vita dagli inizi?»

«Vorremmo davvero girare qua la prima parte quella dell’infanzia; potremmo girare il film tutto in Belgio, ma qua sarebbe tutto più vero, più autentico. A fine gennaio inizieremo un ciclo di incontri letterari, con la proiezione di un breve video di presentazione del progetto e la lettura di brani del libro. Questo modello lo vorremmo portare anche qua in Italia, magari questa estate con uno spettacolo di questo tipo.»

“In crescendo” è stato pubblicato anche in lingua francese, può essere ordinato sui maggiori siti di vendite online.

Autore

Giancarlo Esposto

Giornalista iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1985 – tessera n. 52020 - e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con emittenti radio-tv e giornali su carta e online. Nel 2010 medaglia d’argento per i 25 anni di iscrizione all’Ordine, nel 2020 tra i premiati del Premio Giornalistico Nazionale Giuseppe Luconi. Come scrittore, dopo alcune pubblicazioni di sport, relative alla sua attività giornalistica e dedicate al vernacolo, si è dedicato alla narrativa, pubblicando 5 romanzi; il più recente "Anagramma di donne". Pochi mesi fa ha pubblicato il libro "Dal taccuino di un cronista", racconti di oltre trent'anni di giornalismo. Una delle sue frasi preferite: “La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.” (Fernando Pessoa).